
Si chiama Sprecometro ed è stata lanciata in occasione della Giornata nazionale per la prevenzione dello spreco alimentare insieme ai dati aggiornati sulla quantità di cibo gettato in Italia.
Consumo etico dalle scelte e il loro impatto, e come consumatori informati e coscienti potremmo chiederci non solo cosa contiene un prodotto e quanto costa, ma anche: da dove viene? Chi l’ha lavorato?
Consumo etico: ogni scelta ha il suo impatto, e come consumatori informati e
coscienti potremmo chiederci non solo cosa contiene un prodotto e
quanto costa, ma anche: da dove viene? Chi l’ha lavorato? In quali
condizioni sociali è stato prodotto? Quali conseguenze causa
sulle economie e sulle condizioni di vita delle popolazioni locali?
Porsi in questo atteggiamento critico è il primo passo verso
un consumo sostenibile.
Se si persevera nella domanda, si può scoprire che le
risposte ci sono e che possono essere anche molto diverse tra loro.
Possiamo scoprire un sistema di produzione, commercializzazione e
consumo di dimensioni globali che causa per le popolazioni dei
paesi più poveri, il cosiddetto Sud del mondo, una spirale
di dipendenza e di sfruttamento illimitato delle proprie risorse
naturali e umane.
Ma possiamo anche scoprire, al contrario, relazioni commerciali
rispettose della dignità dei popoli e delle persone,
produzioni attente a favorire uno sviluppo locale ecosostenibile e
scambi economici che allo stesso tempo si fanno scambi fra culture
e tradizioni.
Nel “villaggio globale” in cui per noi fortunati ogni informazione
e ogni prodotto sono potenzialmente accessibili, è sempre
più importante scegliere, selezionare, e non farsi
travolgere da un sistema inumano e alienante, per non farci
derubare di una delle prerogative più importanti dell’essere
umano: la dimensione etica della vita.
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Si chiama Sprecometro ed è stata lanciata in occasione della Giornata nazionale per la prevenzione dello spreco alimentare insieme ai dati aggiornati sulla quantità di cibo gettato in Italia.
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