
Una spedizione di ricercatori svedesi nel mar Baltico si è imbattuta in bolle di metano molto più in superficie del previsto. E potrebbero essercene altre.
Un’intera linea disegnata dalla famosa stilista, da sempre impegnata nella promozione di una moda etica e rispettosa dell’ambiente. Da oggi in vendita nella grande distribuzione.
“TOGETHER IS POSSIBLE”, “LOVE”, KNOWLEDGE IS POWER”, ma anche
“GENIUS” e “SAVE THE FUTURE” per i più piccoli, sono i
messaggi lanciati nella nuova collezione primavera estate 2012 e
disegnati dalle mani di Katharine
Hamnett, in esclusiva per Solidal
Coop.
Una linea di
abbigliamento tutta in cotone
biologico e certificata Fairtrade,
proveniente dall’India, in grado di garantire alle popolazioni e ai
coltivatori locali una giusta remunerazione e all’ambiente
l’adeguata protezione.
Definita da Vogue la “Regina del Green”, la Hamnett è
una delle pioniere della moda etica e già
alla fine degli anni ’80 inzia a fare ricerche sugli
impatti delle coltivazioni industriali di cotone
che servivano l’industria dell’abbigliamento, scoprendo abusi,
avvelenamenti e condizioni di lavoro di quasi schiavitù.
Perché un messaggio funzioni, non si può fare a meno
dell’estetica: la scelta cade allora sulle t-shirt che hanno reso
famosa la stilista in tutto il mondo, fin dalla fine degli anni
’70. “Ci siamo trovati subito in accordo, perché condividiamo
gli stessi valori – ha spiegato la Hamnett – in questo modo con
COOP, siamo riusciti a rendere equa e solidale tutta la
filiera produttiva”.
La collezione
comprende mini abiti, polo, shorts per donna;
pantaloni, polo, camice per uomo e t-shirt per bambini: “La
scommessa – aggiunge Domenico Brisigotti, Direttore Prodotto a
marchio COOP
– è quella di generare un cambiamento duraturo nel tempo.
Cambiamento che parte dal consumatore, un po’ più povero, ma
molto più consapevole”.
Significa rivoluzionarne
la coltivazione e la lavorazione. Niente
pesticidi e fertilizzanti chimici, rotazione colturale, lotta
integrata; tutti aspetti che comportano un crescita conoscitiva e
professionale anche del coltivatore, aiutato da ricerca e
sperimentazione. Secondo i dati Textile Exchange
(organizzazione americana impegnata nella diffusione dell’uso delle
fibre biologiche), nel solo 2009-10 sono state prodotte 241.000
tonnellate di cotone biologico, con un incremento del 15% rispetto
al periodo precedente.
Fanno riflettere le parole della Hamnett: “Siamo noi consumatori
che controlliamo il mercato. Con le nostre scelte possiamo portare
grossi aiuti agli agricoltori e coltivatori più svantaggiati”.
Insomma “STOP AND THINK” e “SAVE THE FUTURE”.
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