Alla scoperta delle città europee che sono importanti centri di subculture, movimenti ai margini che contribuiscono alla ricchezza culturale di tutti.
Cos’
A dispetto dell’alone negativo che circonda la parola, lo stress
Il termine stress è usato in modo inflazionato e spesso
scorretto: stimolo nocivo, stato patologico, reazione ansiosa. E’
stato H. Selye a darne una definizione chiara nel 1936, e sino ad
oggi non si è fondamentalmente modificata. Lo stress
è una reazione fisiologica, cognitiva e comportamentale a
stimoli dell’ambiente, mediata e modulata, nell’uomo, dai pensieri
e dalle emozioni.
Esiste un livello ottimale di stress (eustress), grazie al quale si
attivano energie vitali adattive.
A volte si cerca addirittura un aumento dello stress per
sperimentare la sensazione di attivazione intensa ad esso connessa
(ad esempio vacanze avventurose, rischi sportivi, scommesse): la
connotazione è positiva, si risponde a una sfida.
Quando però il livello di stress è eccessivo come
intensità o come durata, si possono verificare dei disturbi
a vari livelli: psicologico (ansia), comportamentale (perdita di
efficienza), fisiologico (problemi psicosomatici). Questi disagi
possono essere transitori, ma anche cronicizzarsi e diventare delle
vere e proprie patologie.
La risposta allo stress è molto diversificata e soggettiva:
dipende dal carattere, dal tipo di vulnerabilità
idiosincratica di ciascuno.
Quando il carico è troppo, il sistema immunitario va in
crisi ed è facile prendersi un raffreddore o l’influenza. A
qualcuno viene l’ulcera, ad altri mal di schiena o l’insonnia;
c’è chi ha crisi di pianto o di rabbia, chi perde colpi, e
chi regge bene il ritmo ma poi sviluppa una patologia
cardiovascolare.
Gli eventi esistenziali che impongono dei cambiamenti (morte di un
parente, licenziamento, malattie, ma anche quelli positivi, come
matrimoni, nascita di figli, promozioni) sono forti fonti di
stress, eppure talvolta basta molto meno a mandarci in tilt. Ad
esempio un ritmo lavoro-famiglia troppo convulso (le mamme che
lavorano), eventi apparentemente poco rilevanti, ma che attivano
inconsciamente ricordi traumatici o associazioni simboliche
negative.
Ma quando è “troppo”? Anche questo dipende molto dalla
persona, e dal momento che sta attraversando. E’ fondamentale il
modo in cui si percepisce e si valuta la situazione (“stimolante”,
“insopportabile”, scelta o subita) e soprattutto l’adeguatezza
delle proprie risorse. La capacità di fronteggiare gli
stressor è in parte innata e in parte appresa, come quasi
tutte le abilità: può essere migliorata, ma talvolta
è solo inattivata dalla sfiducia in se stessi.
Lo stress è quindi generato dalla discrepanza tra le
richieste della situazione e dall’adeguatezza delle abilità
che riteniamo di avere.
Olga Chiaia
Psicologa Psicoterapeuta
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