Cotolette? I polli siamo noi

Piacciono ai bambini, agli adulti e agli anziani. Parliamo delle fantomatiche cotolette di pollo, un prodotto alimentare trasversale a tutti i consumatori.

Ma tanta voglia è ben riposta?
Sì e no. Ciò non per riproporre uno dei tanti dubbi
Amletici, ma semplicemente perché tanti “pronti da cuocere”
nascondono numerose ombre e poche luci. Sì, perché
quando si parla di “cotolette impanate di pollo” occorre fare molta
attenzione anche alle denominazioni commerciali, oltre che
all’elenco degli ingredienti.

Filetti di pollo Il termine sta a caratterizzare scarti e
sfridi (materiali di scarto o in eccedenza) di lavorazione.
Attenzione: dovrebbero essere costituiti prevalentemente di carne
magra, dunque di maggiore qualità rispetto a quelli
eventualmente caratterizzati dalla semplice dicitura “pollo”. E qui
cominciano ad affiorare i primi dubbi: si dovrebbe dare per certa
la veridicità dell’etichetta, soprattutto perché non
esiste una definizione normativa del termine “filetti”. E
c’è dell’altro. Di solito vengono definiti filetti di pollo.
Eppure, la normativa Comunitaria non contempla l’impiego della
dicitura filetto in riferimento alla carne di pollo, ma
esclusivamente a quella di tacchino.

Pangrattato E’ parte integrante della ricetta.

Olio vegetale Se non sono presenti altre specificazioni ci
troviamo in presenza (è molto probabile) di oli tropicali
(cocco, palma e altro) che hanno prezzi stracciati e che non
rappresentano certo un toccasana per la salute: servono
semplicemente a conferire un “buon sapore” dolce al prodotto.

Acqua L’unico scopo è quello di aumentare la
massa.

Uova Sono parte integrante della ricetta delle impanate. Se
non compaiono altre specificazioni è assai probabile che si
tratti di uova in polvere, come lascia supporre la presenza
dell’acqua.

Farina L’utilità? Assorbire l’acqua.

Sale, succo di limone. Qui non c’è molto da
aggiungere.

Sodio ascorbato Scongiura l’imbrunimento e garantisce un
sapore più stuzzicante.

Aromi Conferiscono semplicemente “sapore”: se non compare la
dicitura “naturali” sono aromi artificiali (realizzati in
laboratorio).

Formaggio, spezie Sono parte della ricetta.

Altri problemi derivano dal fatto che come abbiamo visto – lo
denunciano anche le Associazioni dei Consumatori – si tratta di
impasti di carne macinata e non certo di petto, una grande presenza
di grassi e spesso l’impanatura pesa più della carne (non
è raro il caso in cui la carne rappresenta appena il 37% e
l’impanatura il 63%).
I vantaggi? E’ un piatto pronto in tavola in pochi minuti. Perfetto
solo per l’ideologia accelerata del nostro vivere. In questo caso,
al di là di Amleto, forse il “non essere” ha maggiori
attrattive.

Un ultimo consiglio: in un prodotto gli ingredienti sono riportati
in ordine decrescente (i primi posti assicurano maggiori
percentuali). Occhio, dunque, all’etichetta.

Massimo Ilari

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