Creare buone relazioni col mondo

Una meditazione buddhista semplice ma efficace per riflettere sulle innumerevoli relazioni e interdipendenze che intrecciamo in ogni istante con ogni essere e con ogni aspetto della vita. Viviamo immersi in un oceano di relazioni.

Buddha Shakyamuni ha insegnato che la pace non può
nascere sino a quando non ne sviluppiamo personalmente le cause. Le
vere cause della pace vanno ricercate dentro di noi, non
all’esterno dell’individuo. Fuori si possono stabilire le
condizioni favorevoli ma non le cause sostanziali, che sono
direttamente connesse con la mente e i fattori mentali che
l’accompagnano.

Sino a quando non riusciremo a eliminare completamente le
emozioni afflittive – l’ignoranza, l’attaccamento, l’odio… – e a
generare
qualità virtuose
quali l’amore, la compassione,
la pazienza, la saggezza, la nostra mente non potrà mai
dimorare in uno stato duraturo di pace e felicità.

Il sentiero interiore che Buddha Shakyamuni ha insegnato per
trasformare positivamente la mente degli individui va sviluppato
combinando due aspetti della pratica, chiamati metodo e saggezza.
Questi devono diventare uno il sostegno dell’altro.
Il metodo è la non-violenza
(ahimsa) o compassione, mentre la saggezza, la visione che
sostiene tale metodo, è la comprensione dell’interrelazione
tra le cose, del loro sorgere dipendente.

Sorgere dipendente significa che ogni cosa si sviluppa e nasce
in relazione ad altre. Il significato pratico che va attribuito a
tale combinazione è che le nostre azioni di corpo, parola e
mente non devono manifestare violenza perché siamo
interdipendenti. In breve, non bisogna essere violenti
perché la nostra felicità dipende dagli altri, deriva
dalle relazioni con altri esseri.

Dovremmo sederci in posizione di meditazione e considerare
questa realtà, riflettere e meditare su questo aspetto
evidente del sorgere dipendente, finché la sua verità
non ci tocca il cuore e ci fa sorgere un senso di gratitudine verso
gli altri, unita alla consapevolezza che tutti quanti siamo
costantemente e profondamente interdipendenti.

Proviamo a riflettere, meditare e contemplare i seguenti
pensieri, uno dopo l’altro:

1. Siamo nati grazie a un padre e a una madre che ci hanno
procreati. Appena nati eravamo completamente indifesi e privi di
autosufficienza: grazie alle loro cure siamo potuti sopravvivere e
crescere.

2. La nostra educazione è il risultato della gentilezza e
della pazienza di un maestro o di una maestra, dei professori con i
quali ci siamo relazionati nel corso dei nostri studi scolastici.
Anche la nostra conoscenza è un risultato del sorgere
dipendente, in quanto deriva dai libri, dagli insegnanti e dalle
relazioni con i compagni di scuola: è con loro che
giornalmente ci siamo confrontati per verificare la validità
dei nostri punti di vista e per mettere in discussione le nostre
certezze.

3. Ogni momento di felicità, ogni esperienza positiva, ha
comportato sempre una relazione interpersonale. Pensiamo alle
amicizie, al rapporto di coppia, a un nucleo familiare, alla
relazione maestro-discepolo…

4. Ogni cosa o bene che utilizziamo è il risultato di una
qualche forma di gentilezza da parte di
altri esseri
. La carne che mangiamo e il latte che
beviamo derivano dalla generosità delle mucche. Le scarpe di
pelle che usiamo, le maglie di lana che indossiamo, sono state
prodotte grazie agli animali che hanno fornito la loro pelle e la
loro lana. Gli ortaggi, la frutta e i cereali e sono il frutto del
duro lavoro dei contadini. Ogni tipo di macchinario e utensile che
utilizziamo è il risultato di ore e ore di lavoro di operai,
impiegati, dirigenti, manager e industriali. Le case in cui viviamo
e che proteggono il nostro corpo dal caldo, dal freddo e
dall’azione disturbante degli elementi, sono anch’esse il risultato
del lavoro di altri esseri umani: muratori, falegnami, ingegneri,
architetti e così via.

5. Lo stesso ambiente nei suoi molteplici aspetti, che molte volte
consideriamo solo panoramici – i laghi, le montagne, i
boschi, il mare
– impegna tutti gli esseri in una
relazione di sorgere dipendente, poiché è il sostegno
della nostra esistenza. A chi non piacerebbe vivere in ambienti
puliti, armoniosi e incontaminati, che anche il solo osservarli
calma e apre la mente? Per tali ragioni la loro salvaguardia
è necessariamente una responsabilità
dell’individuo
e della collettività.

Questa riflessione analitica, coltivata considerando gli
innumerevoli aspetti positivi del rapporto di interdipendenza, ci
porta a comprendere a fondo l’importanza di sviluppare un’azione
non-violenta nei confronti di tutti gli esseri e verso lo stesso
ambiente, unita a un
senso di amore
e compassione.

Ven. Lorenzo
Rossello (Lobsang Tharcin)

 

Immagine: Corinne Vonaesch,
Interrelations

 

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