Da Ecomondo la fotografia dell’Italia green

Innovazione, energie rinnovabili, agricoltura biologica, efficienza energetica. Dagli Stati Generali della Green Economy la fotografia dell’Italia sostenibile, esempio positivo di nuova linfa per lo sviluppo del Paese.

Un Paese in evoluzione. Una nazione che ha al suo interno il maggior numero di aziende biologiche d’Europa (48.509), prima al mondo per potenza fotovoltaica installata – con 9,3 GW – impegnata sul fronte dell’ecoinnovazione e della riduzione dei consumi negli edifici pubblici.

Questa la fotografia scattata nei giorni scorsi durante gli Stati Generali della Green Economy tenutasi ad Ecomondo, Rimini.
Con più di 1.500 partecipanti, circa 40 relatori e la presenza dei due Ministri Clini e Passera, la due giorni ha confermato quella che è più di una tendenza: in Italia la nuova economia verde costituisce il settore più innovativo che crea occupazione, contrasta la recessione ed è proiettato sui mercati internazionali.

“Mille rivoli si sono incontrati e hanno dato vita ad un fiume, il fiume della green economy – ha detto Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – che comincia a scorrere anche in Italia. Questo fiume non scomparirà, ma si farà vedere e sentire come forza reale per affrontare la crisi italiana e aprire nuove possibilità di sviluppo”.

L’economia verde come spinta per uscire dalla crisi
Secondo il Rapporto presentato, i migliori risultati si sono avuti nel mondo accademico, con i 193 corsi universitari in economia verde, nelle eco-industrie costantemente in crescita, nel settore delle rinnovabili che impiega già oltre 108mila lavoratori, nelle più di 4.500 le aziende di agricoltura biologica e nei costi di smaltimento dei rifiuti molto bassi nelle Regioni che hanno scelto la raccolta differenziata.

Il settore che più è cresciuto è quello delle rinnovabili, che nel 2011 ha rappresentato il terzo settore di approvvigionamento energetico con oltre il 13% del consumo totale lordo facendo anche registrare l’incremento maggiore tra tutte le fonti (+7%).

Il fotovoltaico sopra tutti quindi, anche se dall’entrata in vigore del V Conto energia pare che “oltre la metà delle aziende associate hanno le linee produttive ferme, segnale che il V Conto Energia, ha generato il fermo della domanda”, come dichiarato da Alessandro Cremonesi, Presidente IFI, l’associazione che raccoglie oltre l’80% delle industrie nazionali dedite alla produzione di celle e moduli fotovoltaici.

C’è ancora da lavorare invece per quanto riguarda la mobilità – l’Italia è il Paese con più auto private in Europa (37 milioni) – e nella gestione dei rifiuti – all’interno dei confini si ha un recupero di materiali solo del 33%, mentre in Europa la media si aggira intorno al 60%.

Come sottolineato dallo stesso Ronchi nelle note conclusive: “L’Italia dispone di un capitale naturale e culturale fra i più importanti del mondo; il made in Italy è ancora, in buona parte, associato e associabile a valori green: la qualità, la bellezza, il vivere bene”.

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