Dalla Fao tre appelli contro la fame

Tre grandi iniziative; la prima passa da una sottoscrizione finanziaria per aiutare 500mila famiglie bisognose in Sudafrica. La seconda riguarda una raccolta fondi lunga 12 anni per migliorare la qualit

Un appello per trovare 15 milioni di dollari, destinati ad
aiutare mezzo milione di famiglie bisognose in Sudafrica, è
stato lanciato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per
l’alimentazione e l’agricoltura (Fao).
Il Sudafrica lotta da tempo contro una grave crisi alimentare e
sanitaria che minaccia 15 milioni di persone. L’appello Fao viene
dopo le missioni degli ultimi due mesi in Sud Africa, che hanno
valutato i progressi dell’assistenza umanitaria nella regione e
riferito che la grave crisi umanitaria della regione è
destinata a peggiorare nei mesi prossimi. La causa si trova nelle
cattive condizioni meteorologiche e nel crescente impatto
distruttivo del virus hiv/aids, sulla produttività agricola
del Paese. La Fao ha lanciato l’appello, spiega una nota, per
evitare ulteriori perdite umane e per sostenere gli sforzi rivolti
a eliminare alla radice le cause della povertà che si va
aggravando.
Nel luglio 2002 la Fao aveva lanciato un appello da 25 milioni di
dollari per far fronte alla crisi sudafricana in seguito al quale
sono stati donati oltre 10 milioni di dollari provenienti
dall’Unione Europea, dall’Irlanda, dai Paesi Bassi, dalla Norvegia,
dalla Svezia, dal Regno Unito e dagli Stati Uniti. La Fao ha
utilizzato i contributi per finanziare ciò che descrive come
“piccoli interventi di successo” che dimostrano che gli abitanti
del Sudafrica sanno affrontare e vincere la crisi umanitaria in cui
si trovano quando si fornisce loro assistenza. Tuttavia, afferma
Anne M. Bauer, Direttrice delle Operazioni di Emergenza e
Riabilitazione della Fao, “L’attuale crisi è diversa da
tutte le altre crisi umanitarie. Le cause sono complesse e meritano
un pacchetto prolungato e completo di misure di assistenza e
recupero concentrato sui gruppi più vulnerabili.”

Un altro trust fund è stato lanciato da Fao e Oms
(Organizzazione Mondiale della Sanità) per aiutare i
più poveri popoli del mondo ad avvicinarsi agli standard del
Codex Alimentarius. Il “Project and Fund for Enhanced Participation
in Codex” dovrebbe durare 12 anni e ha già ricevuto il suo
primo contributo dalla Svizzera.

E’ stato poi sancito il patto FAO/Banca Mondiale per aiutare il
governo brasiliano a raggiungere i propri obiettivi nella lotta
contro la fame. La Fao sta appoggiando attivamente il programma del
presidente Luis Ignacio Lula, e la recente visita di Jacques Diouf
in Brasile ha confermato l’appoggio alla squadra economica del
presidente eletto.

In un paese dove la povertà affligge oltre un quarto della
popolazione, circa 44 milioni di persone, e dove nei 9 stati del
nord est, i più poveri del paese, quasi metà delle
famiglie vivono con un reddito di circa un dollaro al giorno,
quella dei “tre pasti al giorno” è stata una delle promesse
più impegnative della campagna elettorale di Lula. Il
programma, ideato dal ministro straordinario per la lotta alla fame
e la sicurezza alimentare, José Graziano da Silvia, è
basato su un sistema di mense popolari e vere e propri buoni pasto
che diano diritto all’acquisto quotidiano di alimenti di base.

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