
Con la reintroduzione del suffragio universale in Somalia, i cittadini potranno votare direttamente il governo, per la prima volta dal 1969.
Nel ’68 fu il leader del famoso “maggio parigino”. Oggi Daniel Cohn Bendit è ai nostri microfoni.
Ascolta l’intervista
“A chi bussa alla nostra porta non chiediamo da quale partito
viene, ma dove vuole andare”: nessuna dichiarazione meglio di
questa sintetizza l’attuale tendenza politica di del leader dei
Verdi europei Daniel Cohn Bendit. Il fondatore di Europe
Ecologie (16 per cento alle scorse europee in Francia)
ha affermato che serve un movimento nuovo e trasversale al classico
schema destra-sinistra.
Secondo lui la migliore soluzione per affrontare il momento di
crisi è l’ecologia politica, perfetto punto d’incontro tra
due correnti teoriche: da una parte infatti c’è l’economia
politica, con il suo bisogno di collegare la distribuzione del
potere all’attività produttiva, e dall’altra l’analisi
ecologica, con la sua visione più ampia delle relazioni
bio-ambientali. L’ecologia politica vuole essere un’attualizzazione
delle questioni centrali poste dalle scienze sociali sui rapporti
tra la società umana, vista nella sua complessità
biologica, culturale e politica, e una natura abbondantemente
umanizzata. I movimenti green dovranno così preoccuparsi di
articolare e di trasmettere al sistema e alle istituzioni politiche
la “domanda ecologica” emergente nella società civile.
In che modo l’ecologia può risultare
determinate per uscire dalla crisi globale?
Credo che al momento ci sono molte crisi che si muovono
parallelamente: quella finanziaria, quella economica e quella
ecologica. L’ecologia politica dà una risposta alle tre
crisi insieme perché è lo strumento più
appropriato per una società sostenibile.
Che futuro hanno in politica i movimenti che hanno a
cuore l’ambiente?
Le cose corrono su due binari diversi. I Verdi europei in
alcuni Paesi si sono rinforzati: vedi in Francia, Germania,
Danimarca, Olanda, Svezia, Finlandia. Il problema è
rappresentato dall’Italia, la Spagna e la Grecia dove i Verdi
vengono associati ad una parte della sinistra. Ma che cosa è
la sinistra in Italia? Nessuno riesce facilmente a dirlo.
C’è un forte movimento ecologista nel vostro Paese, ma non
riesce a dare una spinta all’ecologia politica. È anche una
questione di persone.
Lei è forte del grande risultato alle Europee
francesi. Cosa hanno apprezzato di più gli elettori del
vostro programma?
Hanno apprezzato la nostra capacità di “mettere
insieme” e la nostra posizione europeista. La trasformazione
ecologica dell’economia passa attraverso l’Europa. Questa è
stata la visione vincente alle elezioni europee.
È ottimista sull’ecologismo in
Italia?
Mah… essere ottimisti in Italia è difficile
oggi. Ma non solo per l’ecologismo!
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