Dietro le quinte di Impatto Zero

Impatto Zero viene presentato al COP9 come esempio da seguire per compensare l’inquinamento prodotto. andiamo sbirciare dietro le quinte.

Il progetto Impatto Zero ha il fine di neutralizzare l’inquinamento
prodotto dalle varie attività umane con dei rimboschimenti e
con la conservazione di foreste già esistenti. Si tratta di
un procedimento che segue le indicazioni proposte nel protocollo di
Kyoto e che a partire dal 2005 si dovrebbe diffondere in tutti i
paesi aderenti.
Per mettere a Impatto Zero uno spazio o un’attività con
LifeGate bisogna seguire un procedimento: come primo passo si
calcolano le emissioni prodotte dall’azienda o da un processo
lavorativo che dev’essere messo a impatto zero, e la
quantità di bosco necessario per compensare queste
emissioni. Questo viene fatto secondo un sistema elaborato da
alcune università. Di seguito LifeGate contatta
l’associazione che realizzerà il rimboschimento o la
salvaguardia e calcola l’importo necessario. Infine l’ente
certificatore Bios controlla periodicamente tutto: se l’azienda ha
calcolato giusto e se ciò che dichiara di aver messo a
Impatto Zero corrisponda al vero, i contratti di LifeGate con
l’azienda e l’associazione, l’operato dell’associazione,
l’avanzamento dei lavori.

LifeGate lavora con il Parco del Ticino per un progetto di
rimboschimento e con una riserva nelle foreste tropicali del Costa
Rica, dove garantisce la tutela per 99 anni dei terreni che con i
proventi delle aziende che aderiscono al progetto riesce a
coprire.

L’oggetto messo a Impatto Zero più clamoroso è
sicuramente Harry Potter: tutta l’edizione italiana del quinto
volume viene compensata. Ma non sono meno importanti tutte le
aziende, negozi e locali grandi e piccoli che fino adesso hanno
aderito al progetto.

Vi presentiamo qui i retroscena e le interviste alle persone che
stanno dietro questo progetto.

  • Simone
    Molteni, responsabile di Impatto Zero
  • Milena
    Bertani, presidente del Parco Ticino
  • Ermes
    De Rossi, responsabile qualità dell’ente certificatore
    Bios
    A cura di
    Rita
    Imwinkelried

     

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