
Un’inchiesta del quotidiano The Guardian indica le agghiaccianti cifre dei lavoratori migranti deceduti in Qatar nei cantieri per la Coppa del mondo.
Tre ragazze, una sera in spiaggia in Sardegna si sono imbattute in una mamma tartaruga pronta a deporre le uova. E’ la prima volta che questa specie nidifica in una baia sarda.
Una notte di fine luglio, in Sardegna, sulla spiaggia di
Geremeas a Quartu S.Elena, tre ragazze vedono qualcosa che si
muove. Una cosa grossa, tondeggiante, un po’ impacciata, che si
avvòltola lentamente nella sabbia. E in mezzo agli
ombrelloni!
Cosa poteva essere? Era una mamma tartaruga.
Specie Caretta caretta, una delle tre che
vivono nel Mediterraneo. E che prima d’ora, pur facendosi ogni
tanto vedere nelle acque smeraldine, non s’era mai avventurata
nelle pur splendide baie sarde per nidificare: in genere lo fanno
nel mar Egeo o nelle isole greche.
La tartaruga
Caretta caretta raggiunge un metro di lunghezza e
arriva a pesare 100 kg. Nei primi mesi dell’estate la femmina, dopo
l’accoppiamento, raggiunge una spiaggia, preferibilmente di notte.
Giunta sul bagnasciuga, si spinge lontano dalla riva anche per
qualche decina di metri, dove scava il fosso in cui porre le uova.
Poi, dopo aver ricoperto il nido, torna in mare e s’allontana.
Poi, muovendosi sulla terraferma, la tartaruga lascia una
traccia inconfondibile, una sorta di “pista” piatta e dritta sulla
sabbia. Se la si vede, quello è un chiaro segno di avvenuta
nidificazione.
Ebbene, con prontezza e sensibilità le ragazze testimoni
del “lieto evento” hanno avvertito il Corpo Forestale. Una cosa
davvera unica ed eccezionale per la Sardegna, è da 50 anni
che non si aveva una notizia simile. Perciò quella porzione
di spiaggia è stata subito presidiata dall’Assessorato
regionale all’ambiente, per portare a buon fine la cova. Ora ci
sono due reti metalliche per non far passare gli animali, e a far
la guardia di giorno i volontari e di notte le Guardie Forestali.
Questo è uno degli avvisi:
Attenzione
– Nelle
vicinanze potrebbero esserci altri nidi
– Il sito è sorvegliato 24 ore su
24
– Il nido è protetto da
predatori naturali (cani, volpi, roditori…) e da eventi
meteo-marini
– Al momento della schiusa i piccoli
avranno libero accesso al mare.
Così le uova, ben protette, deposte a circa mezzo metro
di profondità, saranno incubate dal calore del sole fino al
momento della schiusa, circa 60 giorni dopo la deposizione, quando
i piccoli tartarughini annasperanno prima verso la luce, poi verso
il mare.
Il primo passo – anzi, il primo tuffo – della loro vita.
Un’inchiesta del quotidiano The Guardian indica le agghiaccianti cifre dei lavoratori migranti deceduti in Qatar nei cantieri per la Coppa del mondo.
Non sono bastati disastri ambientali ed emergenze sanitarie: l’Italia non ha ancora posto limiti alle sostanze pericolose Pfas. E la crisi politica allontana la soluzione al problema.
Rimuovere CO2 dall’atmosfera e contrastare l’acidificazione dei mari: sono i due obiettivi del progetto scientifico e ingegneristico Desarc-Maresanus.
Si può votare fino al 28 febbraio l’albero monumentale preferito. Quello che racconta la storia più avvincente, o che meglio rappresenta la storia di un territorio.
Alberi contro cambiamenti climatici e pandemie. L’appello del presidente della Fondazione Univerde a votare il calabrese platano di Curinga come albero europeo dell’anno.
Uno dei tre uomini imputati nel processo sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia, avvenuto nel 2017, si è dichiarato colpevole.
Alcuni studi hanno rilevato la presenza di batteri, che proliferano sulla superficie dei rifiuti di plastica presenti nei mari: la “plastisfera”.
Da celebrità come Bianca Balti al ragazzino che sciopera per il clima, ciascuno di noi ha un sogno nel cassetto legato al futuro sostenibile del Pianeta. Il Parlamento europeo in Italia si mette in ascolto.
In Texas gelo e neve hanno fatto decine di vittime. Mentre qualcuno incolpa le rinnovabili dei blackout, migliaia di tartarughe sono state tratte in salvo.