Con la decisione di proteggere 400mila ettari del Grand Canyon dalle compagnie minerarie, il presidente degli Stati Uniti inizia un’opera di rammendo di una politica ambientale finora contraddittoria.
E’ l’ora del Protocollo di Kyoto: futuro e speranza sono realtà
Le emissioni di gas serra alterano pericolosamente l’equilibrio climatico, causando il riscaldamento globale. Il 16 febbraio entra in vigore il Protocollo di Kyoto: ecco cosa cambia.
Cos’è.
Il
Protocollo di Kyoto è l’accordo internazionale
che si propone di ridurre le emissioni di
gas serra responsabili del surriscaldamento globale,
dei disastrosi eventi climatici sempre più frequenti (i
cinque uragani in due settimane di quest’estate, ondate di calore
torrido, di temperature glaciali, alluvioni)… Le tappe:
- 1992. Storico
Earth Summit, a Rio de Janeiro. 184 nazioni riunite
per discutere del futuro della terra. Lì viene firmata la
Convenzione “quadro” sui cambiamenti climatici
(Unfccc). - 1997. Le più urgenti
misure per l’attuazione della Convenzione vengono definite durante
una Conferenza internazionale a Kyoto, in Giappone: è il
Protocollo di Kyoto. Per farlo diventare obbligatorio occorreva che
i Paesi produttori di almeno il 55% delle emissioni di CO2 nel
mondo lo firmassero… - 2004. Questo è appena
avvenuto:
la Russia ha aderito, facendo scattare la soglia. Dopo
90 giorni il Protocollo sarà obbligatorio per mezzo mondo,
Europa in testa.
Mancano gli Stati Uniti (che riversano in atmosfera da
soli un quarto delle emissioni di gas serra mondiali!), ritiratisi
nel 2001 asserendo che avrebbe danneggiato l’economia Usa e
ingiustamente favorito i Paesi in via di sviluppo; Australia e
India si astengono, la Cina se ne disinteressa. Ciò
nonostante… - 2005. 16 febbraio: il
Protocollo di Kyoto entra in vigore.
Cosa dice.
I punti chiave sono:
- Per i Paesi più industrializzati, tra
cui l’Italia,
l’obbligo è ridurre le
emissioni di gas serra di almeno il 5% rispetto ai
livelli del 1990, nel periodo di adempimento che va dal 2008 al
2012. - Gli stessi Paesi devono favorire iniziative
volte alla creazione di
strumenti per ridurre la CO2, anche con investimenti
che favoriscano lo
sviluppo sostenibile dei Paesi non ancora
industrializzati. Un punto importante è valorizzare la
risorsa “foresta” invece che sfruttarla. - Ogni Paese industrializzato, inoltre, deve
fare una stima delle emissioni gassose.
Saranno incentivate le energie rinnovabili.
Si possono ipotizzare eco-tasse che colpiranno i prodotti
più inquinanti, e invece agevolazioni per le aziende che
adottano atteggiamenti eco-compatibili. - I Paesi firmatari vanno incontro a
rappresaglie economiche se mancheranno di raggiungere gli
obiettivi.
Cosa fare ora
- Il Protocollo di Kyoto è il più
grande gesto che le nazioni del mondo hanno fatto per salvare il
clima del pianeta, il nostro ambiente. Forse da solo non
sarà sufficiente per assicurare un’inversione di tendenza
delle temperature. Eppure, obbligando gli stati, e quindi a cascata
le aziende, gli amministratori – e tutti noi! – a valutare quanti
gas climalteranti produciamo col nostro stile di vita, già
raggiungerà il suo primo, e forse decisivo effetto:
diffondere consapevolezza e attenzione verso
l’ambiente. - Ogni attività, ogni nostra azione
produce CO2. Ora dobbiamo calcolare quanta. Adottare tutte le
misure, gli accorgimenti per ridurla: razionalizzare i consumi,
usare energie rinnovabili… e compensarla. - Oggi si può. Il futuro del nostro
pianeta non dipende solo dai trattati e dalle politiche dei
governi: molto dipende dalle nostre scelte. Per questo, Impatto
Zero è un’opzione importante. - Impatto Zero è
il primo progetto italiano che
concretizza gli intenti del Protocollo di Kyoto. Lo ha promosso
LifeGate, in collaborazione con enti scientifici e
Università italiane, per quantificare l’impatto ambientale e
compensarlo grazie agli alberi, che hanno la capacità di
assorbire anidride carbonica. - Su www.impattozero.it:
il
calcolatore della
CO2, eco-consigli e tutte le
informazioni per aderire a Impatto Zero.
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