
Le comunità energetiche rinnovabili sono indispensabili per la transizione ecologica e hanno vantaggi ambientali, economici e sociali. Ecco come funzionano.
E’ carico di tantissima energia, non solo simbolica, questo evento globale promosso dal WWF. Come ogni anno più di un miliardo di persone in oltre 120 paesi del mondo spegneranno…
E’ carico di tantissima energia, non solo simbolica, questo
evento globale promosso dal WWF. Come ogni anno più di un
miliardo di persone in oltre 120 paesi del mondo spegneranno la
luce per un’ora. O quantomeno proveranno a ridurre i consumi.
L’invito è rivolto a tutti, dalle 20:30 alle 21:30.
L’anno scorso hanno aderito 4000 città in 128 paesi.
Quest’anno, in Italia, si prevede l’adesione di oltre 140 comuni e
200 imprese. Si leverà la corrente elettrica a decine di
monumenti e di luoghi simbolo, tra cui per la prima volta anche il
Duomo di Milano.
L’iniziativa è appoggiata da diversi testimonial, tra
cui volti noti della musica e della tv, Camila Raznovich e Paola
Maugeri; e sportivi, Massimiliano Rosolino e Francesco Totti.
Secondo i calcoli di Impatto Zero, se
un milione di persone in Italia spegnesse tutte le luci di casa per
un’ora, di sera, il taglio alle emissioni climalteranti sarebbe di
550 tonnellate di CO2. In un’ora!
Naturalmente, il vero obiettivo dell’Earth Hour non è
lasciare tutti al buio, bensì far capire l’entità dei
consumi elettrici nella nostra vita quotidiana e le conseguenti
emissioni inquinanti, i costi ambientali, gli sprechi di
denaro.
Difatti “l’obiettivo di Earth Hour 2011 – spiegano al WWF –
è coinvolgere istituzioni, cittadini e aziende non solo a
spegnere le luci durante l’Earth Hour ma anche, attraverso diverse
azioni o attraverso degli eco-consigli, manifestare un impegno
continuo e ininterrotto nei confronti del pianeta. Il cittadino che
rinuncia all’auto un giorno a settimana, una scuola che installa
pannelli solari sul tetto, un comune che costruisce piste
ciclabili… Ogni piccola azione contribuisce a risparmiare energia
e a difendere l’unico pianeta che abbiamo”.
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