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Un innovativo motore Ford a tre cilindri, concentrato di ingegneria e di efficienza meccanica, riduce costi ed emissioni senza rinunciare al piacere di guida. Ecoboost.
“Downsizing”, ridurre la taglia, è la parola d’ordine
sulla quale Ford ha puntato la propria strategia per il futuro. La
casa automobilistica americana è sicura che sia possibile
costruire motori più piccoli, più ecologici e
più economici, senza rinunciare a prestazioni e piacere di
guida. E lo ha dimostrato.
L’EcoBoost 1.0 a tre cilindri è stato eletto Motore
Internazionale dell’Anno 2012, battendo diversi record su pista per
quanto riguarda efficienza, consumi e velocità di punta.
Progettato presso i centri tecnici Ford di Dunton, Inghilterrra, e
Merkenich, Germania, viene costruito negli stabilimenti Ford di
Craiova, Romania, e Colonia, Germania. Entro il 2015 l’azienda ne
triplicherà la produzione, superando le 480.000
unità. Il blocco motore, non più grande di un foglio
A4, sfrutta l’iniezione diretta permettendo di utilizzare al meglio
la combustione della benzina, usandone quantità minori; il
turbo garantisce al tre cilindri di rimanere reattivo e pronto
anche ai più bassi regimi. Il collettore integrato nella
testata permette di ridurre la temperatura dei gas di scarico,
aumentando al contempo i giri motore performanti e la miscela
aria-benzina.
Realizzato in ghisa, invece che in alluminio come altri motori,
raggiunge molto più velocemente le temperature ideali di
utilizzo, permettendo un risparmio di carburante del 50%. “È
difficile credere che un mille di cilindrata – dichiara Thomas
Zenner, capo ingegnere di Ford – possa essere alla pari degli altri
propulsori. Grazie all’iniezione diretta ha un’ottima accelerazione
che piace sia agli amanti del motore a benzina, che agli
affezionati del diesel”. Parlando di consumi, l’EcoBoost si attesta
sui 4,8 litri per 100 km, con emissioni di CO2 intorno ai 109 g/km,
stando comunque attenti allo stile di guida. Le prestazioni di
guida, la versatilità su diversi tracciati e tipi di
traffico, la risposta all’accelerazione e le velocità
raggiunte promettono di essere sorprendenti. In poche parole,
piccolo è meglio.
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