Un seminario in California ha riunito professionisti nel campo dell’educazione ambientale per scambiare esperienze e idee utili per applicare i principi ecologici alle strutture stesse della scuola e della società.
Dal 4 all’8 febbraio 2007 il Center of Ecoliteracy di
Berkeley ha organizzato un primo seminario/gruppo di studio dal
tema Dialogues on Education for a Sustainable Living,
“Dialoghi sull’educazione per una vita ecosostenibile”. E’ stato un
incontro vitale e coinvolgente di 30 persone – volutamente un
gruppo così piccolo – non solo da tutti gli Stati Uniti, ma
anche da Australia, Canada, Norvegia, Danimarca, Inghilterra,
Svizzera e Italia. La sede è stata Petaluma, a nord di San
Francisco, presso l’IONS, Istitute of Noetic Science,
fondato dall’astronauta Edgar Mitchel negli anni ’80, per la
diffusione di studi per il risveglio di una coscienza
planetaria.
Fritjof Capra è uno dei fondatori, insieme a Zenobia
Barlow, del Center of Ecoliteracy che da 10 anni
raccoglie, accompagna e sostiene progetti scolastici che portato
nella scuola progetti di un’educazione ambientale non solo teorica
ma anche esperienziale. In particolare il centro si concentra sul
portare l’orto nelle scuole – come è raccontato in uno dei
piccoli libri usciti recentemente anche in Italia, Ecoalfabeto
– e anche al cucina, insegnando, per gioco, ai bambini i rudimenti
di una cucina sana e naturale.
Il noto fisico – autore de Il Tao della Fisica, Il punto di
svolta, La rete della vita e altri testi – ha tenuto non solo
diverse lezioni ma anche partecipato a dibattiti, giochi e
condivisioni con tutto il gruppo. Si trattava di un’esperienza
pilota per il Center of Ecoliteracy, rivolta a presidi,
organizzatori di progetti comunitari, insegnanti e psicologi
impegnati sul fronte dell’educazione a una società
sostenibile e dell’ecopsicologia, intesa come spinta alla
diffusione di una maggior consapevolezza e responsabilità
personale nei confronti della questione
ambientale.
Il messaggio fondamentale emerso dall’incontro e dallo scambio
tra persone – diverse, ma tutte impegnate in qualche modo
nell’educazione, nella conduzione di realtà di ecovillaggi e
di progetti nell’ambito di ambienti più o meno disagiati –
è stato di grande ottimismo. Innumerevoli sono le
iniziative, anche piccole, a livello di quartiere o di singola
scuola, che nascono da una sensibilità e da un impegno profondi in
relazione al pianeta e alla creazione di una maggior
“ecojustice”, come la chiamano negli Stati Uniti e soprattutto di
una maggior attenzione e responsabilità nei confronti dei
valori attorno ai quali si vuole costruire la struttura portante di
singole scuole. “Quali cittadini vogliamo che escano da questa
scuola?” si è chiesto, insieme al suo staff, il preside di
una piccola scuola nel Massachusetts, e partire da questa domanda
ha costruito il progetto e il programma della sua scuola.
Il messaggio, in sintesi, è stato che il futuro è
ancora da inventare, il futuro lo stiamo
già inventando, il futuro è fatto di
tante piccole azioni e iniziative ispirate da un punto di vista
totalmente innovativo: “Noi siamo la terra”! Una visione
straordinariamente attuale e reale che l’ecopsicologia sta
diffondendo ora anche a livello europeo attraverso
l’attività della European Ecopsychology
Society.
Ma torniamo al seminario californiano, Il Center of
Ecoliteracy ha presentato la sua pedagogia messa a punto negli
ultimi 10 anni, basata sul fatto che se sul nostro pianeta
c’è una vita sostenibile da più di tre miliardi di
anni, per creare comunità sostenibili bisogna basarle sugli
stessi principi. Essere “ecoalfabetizzati” (ecoliteracy in
italiano si traduce ecoalfabetizzazione) vuol dire saper mettere in
pratica i principi ecologici anche nella creazione e conduzione di
società.
Il concetto di sostenibilità è stato introdotto 25
anni fa da Lester
Brown per definire una linea di azione che miri a
sostenerci senza minare le risorse del futuro. Se vogliamo vivere
in modo da onorare la sostenibilità dobbiamo capire quali
sono i principi dell’organizzazione con cui la vita si sostiene.
Nel futuro la sopravvivenza dell’umanità dipenderà
dall’ecoalfabetizzazione, dall’avere ben chiaro quali sono i
principi dell’ecosostenibilità, per esempio:
- che gli scarti di una specie sono il cibo di un altra
- che ogni processo ha bisogno di energia. Come la natura
alimenta un processo? col
sole
- che gli organismi si sono organizzati in network e più
sono complessi più sono resilienti
- che 3 miliardi e mezzo di anni fa la vita ha preso il
sopravvento non attraverso al guerra e il combattimento, ma con
alleanze e collaborazioni.
La comprensione di questi principi richiede una nuova visione,
un nuovo modo di vedere le cose. Dobbiamo spostare l’enfasi da
oggetti a relazioni, è questo che in scienza chiamiamo
pensiero sistemico. L’ecologia è strutturalmente
multidisciplinare e multidimensionale e deve diventare in ogni
diversa materia il nucleo attorno al quale si dipana
l’insegnamento. Non vogliamo che i bambini solo capiscano, ma che
sperimentino l’ecologia e vogliamo che sperimentino il concetto di
comunità. La natura sostiene la vita creando comunità
sostenibili. La sfida del nostro tempo è proprio quella di
creare comunità
sostenibili. Possiamo imparare lezioni preziose dalla natura
giacché il nostri pianeta è una comunità
sostenibile.

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