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Per la prima volta dal 2014, negli ultimi tre mesi il Prodotto interno lordo italiano non è cresciuto. Industria in crisi, la salvezza viene dalle campagne
Anche sul Prodotto interno lordo, così come pochi giorni fa sull’occupazione, arrivano dati contrastanti sullo stato di salute dell’Italia. L’Istat certifica infatti che durante l’estate l’economia del nostro paese non è cresciuta: in termini statistici, non c’è stata nessuna variazione percentuale positiva né negativa. In una parola: siamo rimasti fermi. E dire che le previsioni degli economisti parlavano, per il secondo trimestre, di un aumento dell 0,3 percento.
#Pil, variazioni congiunturali e tendenziali: statistiche #visual https://t.co/nbsGAiquAg pic.twitter.com/sHFuiXfYim
— Istat (@istat_it) 2 settembre 2016
Non è un dato di per sé drammatico, ma se aggiunto proprio a quello sull’occupazione, e considerato il fatto che non succedeva dalla fine del 2014, quando ancora si era in piena recessione, che il Pil italiano smettesse di crescere, inizia a destare qualche preoccupazione, e soprattutto le critiche verso le politiche di governo.
Ottimismo @matteorenzi @PCPadoan fuori dal mondo. Dati Istat chiari. È disastro economia e governo sta sbagliando tutto — Renato Brunetta (@renatobrunetta) 2 settembre 2016
Per rendersi conto del clima economico a livello globale, basta considerare che il Pil in questi tre mesi è aumentato dello 0,6% nel Regno Unito, dello 0,4% in Germania e dello 0,3% negli Stati Uniti, mentre è rimasto invariato in Francia. Ma freddi numeri a parte, a preoccupare è lo stato dell’industria italiana, che fa registrare un deciso declino (-0,6 percento) e che fa reclamare ai sindacati “la necessità di un nuovo piano industriale”, come dice il leader dell’Ugl Francesco Paolo Capone. Di contro, si conferma in grande crescita, per il secondo anno consecutivo, il settore dell’agricoltura, che con il suo +0,5 percento quasi traina il Pil italiano. “E’ un segnale importante che ci spinge a lavorare ancora di più per tutelare il reddito degli agricoltori, soprattutto in alcuni settori strategici in difficoltà sui quali stiamo intervenendo con misure specifiche, per una giusta remunerazione delle attività agricole” commenta il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina.
L’altra notizia positiva è che l’Istat ha comunque rivisto in alto la la previsione per il Pil a fine anno: era al +0,7 percento, passa al +0,8%. Come dice il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan “la crescita c’è, ma è troppo lenta”: l’obiettivo del governo era di arrivare a +1,2 percento entro fine 2016, ma appare ormai irrealizzabile.
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