Le persone che, in Italia, hanno fatto ricorso allo sportello Vidas sul biotestamento sono oltre 400. Quali sono i loro dubbi e paure
Emergenza amianto in Italia
Il problema dell’amianto rappresenta una vera e propria emergenza ambientale. Oggi la produzione è vietata ma negli anni passati è stato usato in maniera indiscriminata.
Amianto, un problema grave: sul territorio italiano ci sono ancora
2,5 miliardi di metri quadri di coperture di eternit pari a 32
milioni di tonnellate di cemento-amianto e molte tonnellate di
amianto friabile, per un totale di amianto puro di circa 8 milioni
di mc.
Attualmente leggi severissime
ne vietano la produzione, il commercio, l’estrazione,
l’importazione, l’esportazione e l’utilizzazione e, soprattutto,
dettano le modalità precise e i controlli cui deve essere
sottoposta la riconversione produttiva e l’attività di
bonifica e decontaminazione delle aree interessate da amianto.
Quando ancora non se conoscevano le conseguenze dannose, l’amianto,
chiamato anche absesto, è stato usato in maniera
indiscriminata: è entrato nella composizione di oltre 3.000
prodotti, alcuni di uso molto comune come: mastici, sigillanti,
pasticche dei freni, corde e tessuti, ma anche per la costruzione
di tramezzi, tetti, condutture di acqua potabile, intercapedini e
stucchi per abitazioni e strutture pubbliche (asili, scuole,
uffici, ospedali), poiché migliora la resistenza degli
elementi strutturali, assicura l’isolamento termico e acustico e
protegge contro i rischi d’incendio.
Il problema è dovuto alla capacità che i materiali di
amianto hanno di rilasciare nell’aria microfibre a causa dell’usura
degli stessi, alle vibrazioni e alle infiltrazioni d’acqua. La
consistenza fibrosa è alla base delle proprietà
tecnologiche, ma anche delle proprietà di rischio essendo
causa di gravi patologie a carico prevalentemente dell’apparato
respiratorio quali asbestosi, mesotelioma pleurico e carcinoma,
polmonari e bronchiali. Purtroppo le previsioni sono di un aumento
di tali malattie (da 1.500 l’anno fino a 20-30.000 nei prossimi
cinque anni) tra le persone precedentemente esposte nell’ambiente
di lavoro o nell’ambiente di vita.
Il Cnr ha istituito una “Commissione di Studio per il coordinamento
delle iniziative del Cnr nel campo dell’amianto e della sua
dismissione e sostituzione”. La coordinatrice della Commissione,
Anna Marabini, afferma che pur esistendo procedure di rimozione,
impianti di smaltimento e processi chimico-fisici di trattamento,
occorre un grande sforzo congiunto del sistema ricerca e delle
industrie per procedere alla sperimentazione e industrializzazione
di processi di inertizzazione e riciclo dei materiali contenenti
amianto e alla progettazione mirata di quelli sostitutivi innocui e
vendibili.
Chiunque abbia anche solo il sospetto di vivere e/o lavorare a
contatto con l’amianto è tenuto a darne comunicazione ai
servizi di igiene e sanità pubblica presso la Asl di
competenza.
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