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Il vento ci rinfresca, ci pulisce l’aria e ci fa risparmiare. L’energia eolica, infatti, utilizza l’energia vento convertendola in energia meccanica o in energia elettrica.
Il vento non è altro che un fenomeno provocato dalla
differenza di riscaldamento delle masse d’aria che si trovano al di
sopra della Terra. Le zone al di sopra delle terre emerse si
scaldano di più rispetto a quelle sopra le acque. La
differenza di temperatura produce una differenza di pressione che a
sua volta provoca lo spostamento delle masse d’aria: è
questo spostamento che viene chiamato “vento”.
L’energia eolica prevede lo sfruttamento dell’energia cinetica
dell’aria convertendola in energia meccanica attraverso l’uso di
aeromotori (ad esempio per la movimentazione, macinatura e
frantumazione dei materiali) oppure convertendola in energia
elettrica, continua o alternata, attraverso l’uso di aerogeneratori
o generatori eolici. Questi possono essere isolati (utenze
domestiche) o possono essere collegati a reti locali, regionali o
nazionali.
Un aerogeneratore è costituito principalmente da un
sostegno, da un rotore e da pale eoliche. Queste sono disegnate in
modo tale da essere messe in movimento dal vento; la loro rotazione
viene trasmessa al rotore che è collegato ad un generatore
di corrente, producendo in questo modo elettricità.
I generatori eolici, a fronte di una produzione pulita
dell’energia, presentano alcuni problemi di impatto ambientale. In
primo luogo si tratta di elementi piuttosto visibili sul
territorio, sia per la loro grandezza (non tanto per le utenze
isolate quanto per le centrali) sia per il loro posizionamento (che
dipende ovviamente dalla “ventosità” del sito). In secondo
luogo il movimento delle pale genera rumore, e non sempre è
gradevole.
Una certa distanza dalle zone abitate è auspicabile per
questi motivi e per ovvie ragioni di sicurezza.
Si deduce quindi che l’inserimento di centrali eoliche sul
territorio non sempre può essere una facile operazione.
Valeria Roviglioni
Architetto
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