Eros e salute

Ogni testa un mondo, si sa, ma su di una cosa potremmo trovarci tutti d’accordo: la mancanza d’eros sta alla base di gran parte dei nostri problemi

Ci occuperemo di amore, del versante piu’ terreno dell’amore:
l’eros.

Repressione o trascendimento?
Famosa è la storiella dei due monaci, uno giovane e l’altro
anziano, che incontrano una fanciulla nel fiume che chiede aiuto,
per attraversare. Il vecchio monaco, di fronte alla richiesta della
fanciulla, scende in acqua, la prende in braccio e la deposita
sull’altra riva. Poi riprende il suo cammino in compagnia del
giovane, il quale, dopo un pezzo di strada, non riuscendo
più a trattenere la sua indignazione, sbotta: “Ma maestro
voi avete preso in braccio una donna!”. “E’ vero figliolo, io ho
preso in braccio una donna ma poi l’ho lasciata là sulla
riva del fiume, tu te la stai portando ancora appresso.”

Il diverso atteggiamento dei due monaci altro non esprime che un
aspetto dell’eterno conflitto tra fiducia e
paura
, libertà e attaccamento, abbandono o
controllo. L’insegnamento del monaco anziano sembra sussurrarci
nell’anima: “Non confondere la luna col dito che te la indica,
guarda oltre i confini delle tue credenze e troverai la
verità.” Ancora una volta, in definitiva, ci troviamo di
fronte alla contrapposizione di due modalità archetipiche: i
confini e il loro trascendimento, le garanzie della norma e quelle
della consapevolezza.
La sessualità, forse più di ogni altro aspetto della
nostra esistenza, è rivelatrice delle nostre scelte in
proposito. Da un lato la repressione ed il controllo, dall’altro
l’espressione consapevole e la trasformazione, da un lato la
negazione e l’imposizione di una morale coercitiva, dall’altro la
naturalezza naturale ed il trascendimento creativo.

La pratica dello struzzo
La sessualità esprime una forza talmente potente e prenderla
in esame significa attingere alle radici stesse nel nostro essere,
alla nostra natura più intima, alla fonte primaria del
nostro “essere nel mondo”. E’ forse per questo che ce ne occupiamo
così poco. Nonostante, infatti, il nostro agire sia spesso
dominato da spinte più o meno inconsce di ordine sessuale,
la nostra mente sia spesso abitata da pensieri riconducibili a
fantasie erotiche più o meno latenti, i mondi
dell’informazione e del marketing continuino a spingere la leva
degli appetiti sessuali per vendere i propri prodotti, l’accesso
della coscienza alla nostra sfera sessuale ed alla sua vera natura,
continua ad essere estremamente difficoltoso. Siamo sostenuti in
questa “pratica dello struzzo” da quella sorta di consenso
generalizzato alla rimozione per il quale la sessualità
è una cosa sporca della quale non si parla, a meno che non
sia nelle barzellette. Non se ne parla negli studi medici o negli
ospedali, non se ne parla tra marito e moglie, non se ne parla tra
genitori e figli; non se ne parla tra amici se non per scherzarci
sopra, non se ne parla nelle chiese e nei templi, se non in
relazione a peccati dei quali pentirsi.

Religione e natura
Pressochè tutte le
grandi religioni, ad eccezione del
Tantrismo
, nato in seno all’Induismo e diffusosi poi
nel buddismo tibetano (ed al Taoismo cinese che però
è una filosofia), si muovono nella direzione di una
repressione della sessualità naturale.
Possiamo tranquillamente affermare…

Possiamo tranquillamente affermare che la nostra società
tecnologica sia il frutto di una lotta tra la morale ed il fuoco
della passione, tra la ragione e l’anelito all’estasi, tra il
controllo degli istinti e la resa alla naturalezza naturale, tra il
dover essere e la gioia di vivere. Una lotta che, da alcuni
millenni, vede un solo vincitore: la morale coercitiva ed i suoi
alleati come la colpa, il dovere, la negazione del piacere, il
controllo, l’autoritarismo maschile, l’ansia per il conseguimento
degli obbiettivi, la competizione sfrenata, l’ambizione al potere,
ecc… Siamo talmente condizionati da una cultura del dominio da
non mettere nemmeno in discussione, ad esempio, che sia normale
gioire se nostra figlia è la prima della classe e andare su
tutte le furie se ha una rapporto sessuale con un coetaneo. Diamo
per scontato che sia più “serio e produttivo”, impegnarci in
attività che ci facciano guadagnare molti soldi, piuttosto
che, ad esempio, passare un pomeriggio a scambiarci un massaggio
con la persona amata.
In questo modo otteniamo due risultati: blocchiamo la nostra

energia vitale
che si esprime, prima di tutto, sotto
forma di
pulsioni istintuali
, e ne impediamo la loro
trasformazione precludendoci così la possibilità di
un trascendimento creativo in nuove dimensioni evolutive.

Il blocco della sessualità naturale si realizza al prezzo di
tensioni muscolari croniche che provocano un irrigidimento
biologico a livello organico, terreno fertile per lo scatenarsi dei
più diversi processi patologici, ed un armatura caratteriale
a livello psicologico, substrato della condizione nevrotica.
L’ignoranza circa i processi di trasformazione dell’energia
sessuale sono il fondamento di un’ umanità malata, persa
nella contraddizione tra la sua smania edonistica e materialista da
un lato ed il morboso desiderio di autorità, di sicurezza e
di salvazione eterna, dall’altro.
Ma si sa: meglio malati in compagnia che sani ma soli.

La storiella del monaco, così come il vangelo di Cristo (se
non farete del due l’uno non entrerete nel Regno) ammonisce il
paziente di fronte alla sua malattia, il medico di fronte al suo
paziente, il prete di fronte al suo fedele, il fedele di fronte al
suo prete: non troverai la salute o la fede se non imparerai a
trascendere la logica duale che contrappone natura a cultura,
piacere a dovere, materia a spirito.

Così come per la mente riduzionista dello scienziato
positivista il corpo è una macchina e la mente un fantasma,
allo stesso modo per la mente divisa dell’uomo moderno, il sesso
è un demone tentatore e la sessualità un’ossessione.
Solo che il demone che viene combattuto è la sorgente stessa
della nostra energia vitale.

Il sesso è come il torrente di montagna che darà
origine al grande fiume dell’amore,
come il carbone che il tempo trasformerà in diamante. Come
è possibile nutrire gli oceani o brillare di luce propria se
si nega la possibilità alle chiare e fresche acque di fluire
o al carbone di trasformarsi?

P.L.Lattuada

Medico psicoterapeuta
Direttore medico LifeGate Clinica Olistica

pubblicato su LIFEGATE magazine n.29

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