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Le piante sono in grado di “rompere lo squilibrio” instaurato dalla malattia e riportare l’organismo verso uno stato di benessere, vere e proprie farmacie
Le piante medicinali hanno in sé la capacità di
interagire con il nostro corpo, orientandone in qualche modo le
funzioni. Paracelso, il famoso alchimista rinascimentale, diceva:
“Tutti i prati, le colline, le montagne sono farmacie”. Ma vista
l’abbondanza che la natura ci offre, è indispensabile
seguire alcune regole per ciò che riguarda la raccolta, la
preparazione e l’utilizzo delle piante ad azione salutare.
L’efficacia di una “droga”, termine antico che sta ad indicare
qualunque parte di pianta utilizzata a scopo medicamentoso,
è strettamente correlata all’insieme di principi attivi che
in essa sono presenti. Il loro contenuto varia, anche
sensibilmente, in relazione a fattori quali: il modo, il luogo e i
tempi di raccolta; l’eventuale essiccazione e conservazione, il
metodo di estrazione.
La prima regola è saper riconoscere con assoluta certezza la
pianta che stiamo per raccogliere. Esistono piante velenose
difficilmente distinguibili da quelle benefiche, confondersi dunque
è più facile di quanto si possa pensare. Questo
significa che non bisogna mai dimenticarsi un buon manuale, con
descrizioni dettagliate della flora.
Il resto dell’attrezzatura comprenderà una cesoia da
giardiniere, una roncola affilata e, se intendiamo raccogliere
radici o altri parti sotterranee, una piccola vanga. Per ogni
singola pianta è necessario un sacchetto di tela, mai di
plastica, in cui riporre senza pressare quanto raccolto. Al fine di
procurare il minor danno all’ambiente, di ogni pianta raccoglieremo
solo la parte che ci interessa.
Ogni pianta medicamentosa raggiunge la concentrazione ottimale di
principi attivi in un determinato periodo dell’anno, definito
“tempo balsamico”. Se raccolta al momento giusto, la pianta
svolgerà al meglio la sua azione salutare. Una regola
generale può essere questa: erbe, foglie e fiori vanno
raccolti all’inizio della fioritura, frutti e semi quando sono
completamente maturi. Il periodo ideale per gemme e cortecce
è l’inizio della primavera, le radici invece vanno lasciate
maturare fino all’autunno.
Franco Ferrario
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