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Con questo libro Foucan, vuole insegnare non solo la disciplina fisica, ma anche le basi che la sorreggono e le permettono di esistere.
Sébastien Foucan da bambino, insieme agli amici,
correva, saltava e giocava a Lisses, nella banlieue parigina. La
sfida era quella di muoversi in modo diverso in città,
evitando di camminare sui marciapiedi come tutti gli altri. E’
così che a poco a poco prendeva vita una disciplina: il
parkour, letteralmente “corsa ad ostacoli”. Da lì, con
un’attenzione all’individuo, alla sinuosità dei suoi
movimenti e alla loro spettacolarità, si affinò il
freerunning. Da un’attività meramente fisica, è
maturata così un’attività spettacolare, l’arte del
movimento e dell’azione.
Certo, senza conoscenza, pratica e allenamento il freerunning
è un’attività molto pericolosa, tanto che Foucan lo
specifica in apertura del libro: non ci si improvvisa freerunners.
E’ un libro che miscela sequenze fotografiche, che danno
subito l’immagine di spettacolarità e plasticità, con
piccoli consigli di vita quasi zen, come se le regole della
disciplina fossero delle regole universali per uno stile di vita
migliore, ecologico, fondamentalmente basato su una consapevolezza
e una conoscenza del proprio corpo e delle proprie risorse. Con
questo libro infatti Foucan, che ha dato prova della sua
abilità artistica anche nel film “Casino Royale” e nel video
“Jump” di Madonna, vuole insegnare non solo la disciplina fisica,
ma anche le basi che la sorreggono e le permettono di esistere: “il
freerunning è un’arte che permette alla gente di crescere
fisicamente e spiritualmente secondo il proprio percorso, non
quello della società”.
Un libro da leggere, da guardare, da sfogliare. Incuriosisce,
fa davvero sentire la fisicità: “la tua vita come una
strada, le tue sensazioni come guida, il tuo corpo come
veicolo”.
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