Biologico

Frumento biotech: si litiga in USA

Mentre si litiga in Usa sul grano biotech, per il timore di contaminazioni e crolli delle esportazioni, Monsanto lo fa autorizzare.

È stato rovente, ed ha avuto come protagonista il grano
geneticamente modificato, l’incontro annuale fra i gruppi
industriali americani produttori di frumento, che si è
svolto ai primi di febbraio ad Albuquerque (USA).

Al centro del dibattito il primo grano transgenico prodotto dalla
Monsanto, che ha appena terminato la procedura di autorizzazione in
Canada e negli Stati Uniti. Il grano Roundup Ready si va dunque ad
aggiungere all’offerta di colture biotech della multinazionale
americana. Scarso però è stato l’entusiasmo degli
stessi agricoltori statunitensi, consapevoli delle fortissime
resistenze manifestate verso questo tipo di coltura non solo dalle
associazioni ambientaliste, ma anche da una larga fetta di
consumatori, specie europei.

Gli stati americani che maggiormente producono frumento hanno
già minacciato di richiedere delle moratorie per evitare il
grano transgenico, mentre numerosi sono i coltivatori convenzionali
o biologici che temono ripercussioni anche sui propri raccolti.

Ma Monsanto Co. ha annunciato il 25 febbraio di aver ottenuto
l’approvazione finale per una nuova varietà di grano
transgenico. Sarà commercializzato in primavera negli Usa.
Il grano geneticamente modificato, chiamato “YieldGard Rootworm”,
contiene un tratto genetico di un microbo del suolo. La proteina
transgenica prodotta dovrebbe essere nociva per le larve dei vermi
delle radici.

Il lancio iniziale sarà nell’area del Colorado, del Kansas e
del Nebraska. Monsanto spera di intensificare la produzione di semi
transgenici per arrivare a coprire 5-6 milioni di acri entro il
2005.

Stefano Carnazzi

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