Omeopatia

Omeopatia, orientamento degli studi

l “Corriere della Sera” ha presentato nel suo inserto Salute un titolo molto ‘orientato’ nel difendere gli studi di Remuzzi, ponendosi in posizione contro

Il titolo del Corriere della Sera a tutta la prima pagina diceva “Omeopatia
fuori le prove!”, mentre il sottotitolo si chiedeva se esistessero
studi scientifici sull’omeopatia, cui il corriere già
evidenziava la risposta in grassetto: NO!. Questo in modo contrario
a quanto poi scritto all’interno dove negli articoli di Franca
Porciani, viene invece mantenuta una presentazione imparziale per
consentire al lettore più attento di farsi una personale
opinione.

Appare comunque stridente una prima pagina del Corriere Salute
già impostata, per i lettori distratti, nel confermare una
negazione del valore dell’omeopatia, quasi che la volontà
fosse quella comunque, di “voler usare infedeltà alla Natura
medesima, piuttosto che fare torto ad un loro maestro” che oggi non
è più Aristotele, ma qualcosa che è
probabilmente connesso con il mondo del farmaco.

L’importanza degli interessi commerciali connessi all’uso del
farmaco (soprattutto di alto costo e per uso continuativo e
cronico) è notevole.

Se una casa farmaceutica orientata solo al trattamento di
determinate patologie solo con farmaci di un determinato tipo
sovvenziona l’Università fornendo fondi per la ricerca,
spesso condiziona indirettamente il modo di pensare dei futuri
medici, che restano orientati solo al farmaco per pensare una
guarigione.

Considerazioni conclusive… Giova ricordare un aneddoto figurato
in una barzelletta in cui il medico chiede al proprio paziente se
preferisce, per risolvere una grave patologia, una dieta o un
intervento chirurgico. La persona malata risponde subito che
sceglie l’intervento chirurgico, perché le Assicurazioni non
rimborsano i costi di una dieta.

Orientare le scelte dei medici solo sull’uso farmacologico e negare
altri approcci che vogliono essere studiati in modo scientifico
può diventare colpevole sul piano personale e sul piano
sociale.

Attilio Speciani

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