
La psicologa Rosa Mininno “prescrive” romanzi e saggi ai suoi pazienti, nelle scuole e ai corsi di formazione. Ha successo perché, dice, guardare le cose da un punto di vista diverso funziona sempre.
In un approccio integrato di cura alle allergie, i gemmoderivati offrono un importante ruolo di sostegno ad altri metodi terapeutici
Con uno spirito prettamente omeopatico potremmo dire, che chi
è causa del male può anche curarlo. Ossia, se da un
lato le piante con le loro esuberanze sessuali, i pollini, ci
martirizzano procurando raffreddori da fieno, occhi gonfi,
irritazioni delle mucose, dall’altro ci sono alleate nel combattere
questi stessi sintomi.
A dare ottimi risultati di cura è un particolare tipo di
preparato erboristico: i gemmoderivati. Si tratta di macerati
glicerici o glicerinati, ottenuti lasciando macerare in 50 parti di
glicerina, 30 di alcol e 20 di acqua, tutte le parti più
giovani della pianta: gemme, radichette, getti e germogli, tessuti
interni di nuova formazione, corteccia recente. Elementi
ricchissimi di ormoni e principi attivi.
Una volta ottenuto, il macerato viene diluito in appositi dosaggi,
che si possono acquistare sia in farmacia, sia in erboristeria. Il
preparato viene assunto in gocce e la quantità dipende dal
peso corporeo dell’individuo.
L’omeopatia utilizza i gemmoderivati soprattutto per la loro
funzione drenante, in associazione ad uno specifico trattamento del
“terreno”. Tuttavia alcuni di questi preparati costituiscono un
rimedio d’elezione per le allergie da pollini. In commercio
esistono dei preparati a base di:
Un’ottima cura preventiva, che negli anni da risultati sicuri,
è costituita da Ribes nigrum e Rosa canina somministrati dal
mese di ottobre fino al mese di marzo, in una posologia da definire
con il vostro medico o erborista di fiducia. Anno dopo anno si
noterà una sensibile diminuzione dei sintomi.
Licia Borgognone
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