
L’esportazione è una pratica obsoleta e crudele. L’Italia e l’Europa intera devono sostenere un cambiamento che salvaguarda il benessere degli animali.
Il Giappone si ferma per ricordare l’11 marzo 2011, giorno del drammatico maremoto e del conseguente tsanami che devastarono la costa nordorientale del paese.
Oggi, 11 marzo, ricorre il secondo anniversario del disastroso
tsunami che ha colpito la costa nordorioentale del Giappone, in
particolare la prefettura di Miyagi, in seguito a un maremoto di
magnitudo 9, il più forte che abbia mai colpito il paese
asiatico. Una calamità naturale che causò circa 18.500 tra morti e dispersi.
L’onda anomala provocò anche un
incidente nucleare alla centrale di Fukushima Daiichi, il
più grave dal
disastro di Chernobyl, nell’odierna Ucraina, del 1986. Oggi
sono circa tremila le persone che ogni giorno si recano al lavoro,
senza non pochi problemi, presso la centrale per tenerla sotto
controllo e portarla alla dismissione. Molti sono dipendendi della
Tokyo Electric Power (Tepco) e passano lunghe giornate ricoperti da
tute di protezione, pesanti maschere e guanti.
Per l’occasione abbiamo deciso di creare una board su Pinterest per raccogliere le fotografie
scattate in quelle ore, in quei giorni. Immagini che non potranno
mai essere cancellate dalla memoria.
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L’esportazione è una pratica obsoleta e crudele. L’Italia e l’Europa intera devono sostenere un cambiamento che salvaguarda il benessere degli animali.
Un piccolo ricordo per una delle tragedie che ha sconvolto il paese del sol levante, il Giappone.
Dopo l’incidente di Fukushima, il Governo e le autorità locali continuano a sostenere che non ci sono pericoli, perché; Tokyo è troppo lontana dall’area del disastro nucleare.
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