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Il 21 marzo si celebra la Giornata internazionale delle foreste, oggi minacciate dal riscaldamento globale e dall’aumento della popolazione.
Le foreste del Mediterraneo sono tra le più ricche e
forti al mondo in termini di biodiversità e contrasto al
cambiamento climatico. È questa la conclusione a cui giunge il
primo rapporto sullo stato delle foreste mediterranee pubblicato
dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao).
Le aree verdi dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo,
infatti, ospitano oltre 25mila specie di piante, una enormità
se confrontate alle seimila presenti in Europa centrale e
settentrionale. Inoltre, nel 2010 avevano immagazzinato quasi 5
miliardi di tonnellate di CO2, pari all’1,6 per cento dello stock
immagazzinato dalle foreste di tutto il mondo.
Nonostante questi dati positivi, anche le foreste della nostra
regione soffrono a causa del riscaldamento globale. Nel Ventesimo
secolo la temperatura è aumentata di un grado, mentre le
precipitazioni sono diminuite anche di un quinto in alcune zone.
Entro la fine di questo secolo, i climatologi prevedono un
ulteriore aumento di due gradi, il che significherebbe portare a
rischio di estinzione molte specie di piante tipiche dell’Europa
meridionale e del Maghreb.
Un altro pericolo è rappresentato dall’aumento della
popolazione. Oggi i paesi del Mediterraneo ospitano circa 500
milioni di persone, ma entro il 2050 dovrebbero essere 625 milioni.
Un fattore che aumenterebbe la pressione sulle foreste minacciando
il loro ruolo fondamentale come fonte di acqua e di cibo.
Per questo il direttore generale della Fao, Graziano Da Silva,
ha proposto ai paesi di supportare l’obiettivo Zero illegal deforestation, ovvero fermare entro il
2015 la deforestazione illegale che degrada l’ecosistema di molti
paesi e spingere i governi a riforestare: “Questi due obiettivi
dovrebbero essere strettamente collegati. Possiamo raggiungere
ottimi risultati se gli stati, le organizzazioni economiche
internazionali, le Nazioni Unite, la società civile e le
imprese private unissero le forze per affrontare questi
problemi”.
Uno dei progetti di punta in Italia è
Impatto Zero® che da oltre dieci anni aiuta persone e aziende a calcolare, ridurre e
compensare le emissioni di CO2 generate dalle loro attività
contribuendo alla creazione e alla tutela di foreste in
crescita.
Secondo Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate, “i
servizi ambientali forniti dalle foreste sono importantissimi.
Assorbono la CO2, forniscono cibo e materie prime, sono
indispensabili per la conservazione della biodiversità e per
l’equilibrio idrogeologico. La nostra esperienza in Italia e nel
mondo – Impatto Zero® è presente in Costa Rica, Madagascar, Nuova Zelanda, Bolivia, Cambogia e Panama – conferma quanto continuiamo a leggere nelle pubblicazioni scientifiche come quella della Fao: questo
equilibrio è molto fragile e tutte le componenti
dell’ecosistema, uomo compreso, sono molto più interconnesse
di quanto si credesse in passato”. Per questo conclude Molteni,
“sono benvenuti report ed osservatori scientifici permanenti capaci
di tenere monitorata la situazione ed evidenziare i risultati delle
buone pratiche nel campo della conservazione”.
L’obiettivo della Fao, infatti, è pubblicare un rapporto
aggiornato sullo stato delle foreste del Mediterraneo ogni cinque
anni e aiutare i diversi attori a coordinarsi per la loro gestione
sostenibile.
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