L’acqua

C?

La giornata del
2012

Il tema
della
giornata di quest’anno
è
“Acqua e sicurezza
alimentare”
, argomenti strettamente
collegati se si pensa che coloro che hanno maggiore accesso
all’acqua potabile hanno anche migliori possibilità di
nutrimento e che la siccità è classificata come causa
più comune di grave carenza alimentare nei paesi in via di
sviluppo. Proprio perché si parla di acqua e cibo questa
edizione è coordinata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite
per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) che ospiterà a Roma
la
cerimonia
ufficiale delle iniziative dedicate. Tra queste ci sarà la
presentazione della quarta edizione del rapporto delle Nazioni
Unite per lo sviluppo mondiale “La gestione dell’acqua in
condizioni di incertezza e di rischio” seguito da un follow-up alla
sesta edizione del Forum Mondiale dell’Acqua conclusosi pochi
giorni fa a Marsiglia dal titolo “Dal campo alla tavola – ridurre i
rifiuti alimentari e cambiare le diete sostenibili per ridurre le
proprie orme d’acqua “.

Partendo da queste premesse
il focus dell’edizione 2012 è
“Il
mondo ha sete perché abbiamo fame”
, visto che ogni alimento richiede quantità di acqua per
essere prodotto e poi essere messo a disposizione delle persone:
basti da esempio che sono necessari tra i 2.000 ei 5.000 litri di
acqua per produrre il cibo consumato da una sola persona in un solo
giorno!

L’impronta idrica:
imparare divertendosi

Il team della Giornata
mondiale dell’acqua con
Onedrop, una ONG
creata nel 2007 in Canada da Guy Laliberté – fondatore del
Cirque du Soleil – ha proposto, tra le iniziative dedicate, il
gioco
Quanta
acqua c’è nel tuo piatto? un espediente simpatico ed
educativo per aiutare a sensibilizzare anche i più piccoli
rispetto alla quantità di acqua necessaria per produrre i cibi
che scegliamo di mettere nel nostro piatto.

Sulla falsariga di questo
gioco segnaliamo anche l’app per iPhone

Virtual
Water
(scaricabile da App Store a
1,59 euro), evoluzione tech del poster “Water footprint” del
designer tedesco Timm Kekeritz. Grazie a questa app è
possibile scoprire con pochi tap l’impronta idrica dei nostri
consumi alimentari, cioè quanta acqua dolce è stata
necessaria nella catena di produzione degli alimenti di cui ci
nutriamo. Vi stupirete: sapevate che per produrre una barretta di
cioccolato da 100 grammi sono necessari 2400 litri di
acqua?

La situazione
oggi

Tra gli
otto
obiettivi di
sviluppo del Millennio dell’Onu, quello che concerne la
garanzia della sostenibilità ambientale e che prevede anche di
dimezzare la percentuale della popolazione senza accesso all’acqua
potabile entro il 2015 sembra essere oggi lontano.

Secondo un recente studio di
un gruppo di ricercatori delle università di Bristol,
Southampton Surrey e North Carolina, l’Organizzazione mondiale
della sanità (OMS) avrebbe sbagliato le misurazioni,
sovrastimando la popolazione che aveva accesso all’acqua potabile.
Dopo aver rifatto i calcoli è emerso che la stima di accesso
all’acqua era peggiorativa in 4 paesi su 5 e l’impatto sulla
popolazione era pari a 9 milioni di persone in più senza acqua
potabile in Etiopia, 22 milioni in più in Nigeria e poco meno
di due milioni tra Giordania, Niucaragua e
Tajikistan.

Oggi un miliardo di persone
vive con meno di venti litri di acqua potabile al giorno. Anche se
l’89% dell’umanità ha accesso all’acqua potabile, su scala
regionale le disparità sono ancora elevatissime. La situazione
più grave è quella nell’Africa sub sahariana: qui
più del 40% della popolazione non ha accesso all’acqua
potabile. Nel mondo tra i 3 e i 4 miliardi di persone non hanno un
accesso stabile all’acqua potabile o usano acqua
insalubre.

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