Genitori cinesi e ed eredità culturale

“Pensa solo a te stesso e non avrai guai”, questa l’essenza di alcune massime che i genitori cinesi ripetevano ai figli nell’intimità familiare di quegli anni

La rivoluzione culturale ha contribuito a dividere due
generazioni.
Prima del suo inizio, alla fine degli anni sessanta, la Cina
affrontava stenti e povertà con un’incredibile forza di
spirito, trainata unita dall’entusiasmo e dagli ideali di Mao.
Dieci anni più tardi, il tentativo di demonizzare il passato
e i crimini delle guardie rosse, instauravano un clima di sospetto
e di terrore che segnava l’alba di un’epoca in cui i cuori si
richiudevano e la necessità di provvedere esclusivamente a
se stessi diveniva l’unica priorità.
“Pensa solo a te stesso e non avrai guai”, questa l’essenza di
alcune massime che i genitori ripetevano ai figli
nell’intimità familiare di quegli anni. Un terreno arido per
coltivare sogni e ideali nelle menti dei
giovani
.

A giorni nostri il libero mercato e le opportunità create
dalla straordinaria crescita economica costituiscono il piatto
più appetitoso per questa generazione di trentenni
disconnessa dalla tradizione e disillusa nei confronti degli ideali
comunisti. La speranza di ottenere benessere, felicità e
gratificazione esclusivamente attraverso il
danaro
è una chimera che seduce con forza. Le
sue vittime preferite sono i giovani nati nelle città dopo
l’introduzione della legge di pianificazione delle nascite del
1977, decine di milioni di figli unici coi genitori a carico.
Se in questo clima di competizione i valori dell’educazione
confuciana sullo sviluppo delle virtù e l’interesse per le
discipline tradizionali hanno poco seguito presso i giovani cinesi,
non lo stesso si può dire per il mondo occidentale.

Quando manifestiamo il nostro interesse per le
medicine naturali
, le
arti marziali
e i maestri taoisti
veniamo guardati dai giovani cinesi con uno sguardo misto fra
incredulità e scherno. “E’ roba per anziani!” Può
capitare di sentirsi dire. In effetti tra i praticanti di Tai Qi che si
incontrano all’alba nei parchi i giovani sono rari.
Se invece descriviamo le caratteristiche dell’ultima fuoriserie
europea che sta per sbarcare sul mercato automobilistico cinese e
sbadatamente affermiamo di possederne un esemplare, la nostra
presenza si rivelerà particolarmente gradita e cominceremo a
ricevere minuziose attenzioni e inviti a cena.

Potrà sembrarci paradossale, ma oggi la speranza della Cina
risiede nella generazione più anziana, quella che detiene il
potere politico e che insegna nelle università. E’ una
generazione temprata da tribolazioni che non si lascia facilmente
abbagliare dalle luci dei centri commerciali. In essa risiede lo
spirito del paese. I suoi figli sono in avanscoperta, impegnanti
altrove a giocare con i grandi numeri del fortunato momento
economico.
C’è solo da sperare che i giovani non si smarriscano e che
un giorno ritornino
a casa
.

Paolo
Antonelli

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