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“Buffa Opera”, la nuova creazione musicale di Luca Francesconi, su testo di Stefano Benni e con Antonio Albanese voce recitante, al Teatro Strehler
“Gli insetti confabulano”…
Sono i coristi ad aprire la “Buffa Opera” in scena a Milano, con
un’ode ai grilli che è pura poesia: “E resteranno i grilli a
cantare / quando l’ultima stella sarà spenta / il grillo
musico che fa del suo corpo corda e arco / il grillo che i poeti e
i morti sanno ascoltare / il grillo con una zampa d’amore e una di
pena / il piccolo peccatore, il notturno santo, / quando tutto
sarà notte, resterà il canto / né lamento
né gioia, né riso né pianto / quando tutto
sarà visto, consumato, scoperto / resterà dei grilli
l’ostinato concerto.”
Eccolo Antonio Albanese, entra con uno zampirone gigante… E’ la
blatta, lo scarafaggio, colui che racconta e rappresenta tutti gli
insetti del mondo, quelli fastidiosi, brutti, velenosi, di cui
molti farebbero a meno, ma anche quelli belli e considerati utili
all’uomo, come l’ape ad esempio.
Stefano Benni ha messo in scena il carnevale degli insetti e la
blatta ne è l’Arlecchino, umile servitore che porta i saluti
del mondo che brulica sotto i nostri piedi e che vola sopra le
nostre teste…E noi, padroni della terra, cosa stiamo facendo nel
frattempo?
Albanese si trasforma ora in ape, ora in farfalla, zanzara o ragno,
accompagnato dall’orchestra diretta da Luca Francesconi che ama
spaziare dalla musica colta contemporanea, al jazz, al pop, alla
lirica.
Ogni insetto descrive la propria natura. Lavoratrice stakanovista
l’ape, giusto il tempo per un panino col polline tra una
commissione e l’altra …”e noi insetti mai un week-end, del resto
come è possibile quando si vive solo un giorno?” La farfalla
ha l’accento francese e balla. “12 ore alla grande e poi…trac
morti!” (I bambini in sala ridono fragorosamente ndr) E’ una
farfalla romantica quella di Benni, che alla sera si innamora di
una margherita…e che fino all’ultimo attimo di vita si strugge
d’amore per lei …La zanzara: indistruttibile, entra in apnea
nelle nostre case e ci punge. Quando finalmente la si
schiaccia…ecco il sangue. Che orrore! Ma – la zanzara sottolinea
– non fa più orrore il sangue delle bombe intelligenti,
delle atrocità degli uomini sanguinari e guerrafondai?
Ecco il ragno, velenoso, cattivo. Ma la cattiveria è anche
umana, dice. E di nuovo le bombe, che uccidono senza scuse.
La blatta rientra ogni volta, tra un insetto e l’altro, per
ricordare gli assenti: le libellule, le prime a morire quando si
inquina un fiume; le locuste, prodigiose nei loro viaggi, capaci di
distruggere interi campi di grano anche se irrorati di pesticidi.
Che fanno male solo all’uomo, loro si adattano.
Il manifesto ambientalista di Benni è chiara metafora della
condizione umana, leggibile, diretto, come solo le cose semplici
sanno essere. Ed ecologico, perché gli unici suoi
ingredienti sono parole belle, recitazione appassionata e musica di
alto livello espressivo. Senza strani additivi, su precisa
richiesta dei nostri amici insetti!
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