
Al mare ne trovava talmente tanta da decidere di farne un museo, degli orrori. L’idea di una guida naturalistica. Lo scopo? Riflettere sulle nostre colpe.
Ecco una cosa che noi italiani sappiamo fare e bene: riciclare il vetro. Il viaggio della bottiglia di vetro, dalla discarica ad una nuova bottiglia.
L’avevano già capito i Romani: il vetro è riciclabile e
all’infinito. Lo testimonia l’imbarcazione trovata nei fondali al
largo delle coste adriatiche, che conteneva cocci di vetro diretti
ad Aquileia, la più grande vetreria dell’Impero.
Oggi, Assovetro e CoReVe (Consorzio Recupero
Vetro) rendono noti i dati sulla raccolta differenziata del vetro
nel 2011: 2 milioni di tonnellate provenienti dal
riciclo, con un aumento del 1,77% sull’anno precedente. “Una
quantità che ci ha permesso di risparmiare 3 milioni
di barili di petrolio e più di 2 milioni di
tonnellate di CO2“, ha dichiarato Gianpaolo
Caccini, presidente di CoReVe.
In cima alla classifica delle Regioni più virtuose si trova la
Valle d’Aosta, con quasi 50 kg raccolti per abitante, ma sorprende
anche la Sardegna che conferma risultati vicini a Regioni come
Veneto, Lombardia e Trentino. Spiccano anche città del Sud,
come Salerno, che ha raggiunto ottimi risultati nella raccolta e
nel riciclo.
Secondo Adelyne Farrelly, Segretario Generale del FEVE
(Federazione Europea del Vetro da Imballagio): “Il vetro,
riciclabile al 100% e all’infinito rappresenta il
modello di quella che possiamo definire come ‘economia circolare’.
Un’economia basata sulla riduzione dell’uso delle risorse e votata
ad una maggior recupero e riciclo dei materiali”.
In pratica la materia prima – in questo caso il vetro – entra in un
ciclo virtuoso continuo, dove viene riutilizzato e riciclato
all’infinito, portando alla società un notevole risparmio, sia
in termini economici che ambientali.
Come si arriva alla bottiglia o al contenitore in vetro? A monte
sta una corretta differenziazione da parte nostra: non si riciclano
la ceramica, il cristallo, le pirofile e le lampadine. Possiamo
conferire bottiglie e contenitori con i tappi, leggermente
risciacquati.
Il vetro verrà poi raccolto in campane apposite o tramite il
sistema porta a porta e avviato alla lavorazione. Il rottame
(così viene chiamato il materiale che sarà avviato alla
lavorazione) subirà all’interno dello stabilimento tutta una
serie di passaggi per renderlo materia prima seconda abbastanza
pura da diventare una nuova bottiglia.
Il metallo presente viene catturato da grossi magneti, mentre
plastica, carta e altri rifiuti vengono selezionati a mano e
meccanicamente. Il rottame viene selezionato a seconda della
grandezza dei cocci grazie a pannelli vibranti e per gravità,
fino ad avere piccoli cocci di vetro.
A questo punto avviene la separazione dalla ceramica, purtroppo
sempre presente durante la lavorazione, tramite una selezione
ottica che soffia via i pezzi opachi. Purtroppo perché per
trovare un pezzetto di ceramica, vengono selezionati una ventina di
pezzi di vetro. Si parla di una perdita che può arrivare anche
al 15%!
Dallo stabilimento uscirà una sorta di sabbia, durante un
ciclo che dura circa 45 minuti, che verrà avviata in vetreria,
dove in stampi e forni che lavorano a 1500 gradi centigradi, si
trasformeranno in un nuova bottiglia di vetro, pronta a contenere
la nostra bevanda preferita, mantenendo inalterate igiene,
qualità e gusto.
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