Gli USA arrabbiati con l’Europa

Escalation verso una nuova guerra commerciale USA-Europa, dopo che ieri il Parlamento di Strasburgo ha votato per l’etichette sugli Ogm.

Ieri il Parlamento europeo ha votato per la totale etichettatura
e tracciabilità dei cibi e degli ingredienti geneticamente
modificati. Cioè si imporrà l’etichetta sui prodotti
alimentari con ingredienti (per esempio, amido e grassi) derivati
da Ogm che finora sfuggivano all’obbligo di etichettatura:
Sarà necessario un sistema di tracciabilità lungo
l’intero processo produttivo, dai campi o dai container in cui gli
Ogm arrivano dall’America fino al bancone del supermarket.

Affinché sia “legge”, occorre ancora il voto del Consiglio
dei ministri europei. Il voto di ieri era osteggiato dal governo
inglese di Tony Blair e dalle multinazionali
farmaceutiche-biotech.

Un discreto successo per gli ambientalisti e i gruppi di tutela dei
consumatori. La soglia minima di contaminazione per rendere
obbligatoria l’etichettatura è scesa dall’1% allo 0.5.
È stata respinta la proposta di ammettere contaminazioni da
OGM non autorizzati in Europa. Le autorizzazioni rimangono
decentralizzate e sotto la responsabilita dei singoli paesi membri
essendo stato respinta la richiesta di centralizzare il sistema a
livello europeo; e per la prima volta verranno etichettati anche i
mangimi destinati all’alimentazione animale.

Sarà la regolamentazione più severa del mondo sugli
Ogm. E ciò ha assai contrariato gli USA. Il governo
statunitense ha già iniziato a protestare, affermando che
qusti piani bloccheranno tre miliardi di dollari di merci da export
verso l’Europa. Washington protesterà anche presso la World
Trade Organisation (WTO) basandosi sul fatto che i piani EU
discriminano i prodotti “made in Usa” e che il costo per l’America
per l’introduzione di etichette sarebbe una “illegale restrizione
del commercio”.

Un’inchiesta dell’Eurobarometro di dicembre mostrava, comunque, che
il 94% dei cittadini esigono il diritto di scegliere se mangiare
cibi Ogm oppure no.

La frustrazione degli Usa è tutta nella reazione della
Monsanto, la maggiore multinazionale mondiale del biotech, con sede
a St. Louis, Missouri. Il portavoce della compagnia ha affermato
che con tutta la soia, il cotone e il mais transgenico piantato nel
mondo, la tracciabilità sarà “un incubo costosissimo
e assurdo”.

Stefano
Carnazzi

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