Guerra ecologica con i poli industriali

Industrie chimiche, farmaceutiche ed altro sono facili e pericolosissimi bersagli da bombardare. La fuoriuscita di metalli e veleni possono mettere in ginocchio intere regioni.

Durante la guerra nell’ex Jugoslavia sono stati bombardati vari
poli industriali come quelli di Pancevo, Ktagujevac, Novi Sad, Bor
e Pristina. In queste occasioni sono fuoriuscite enormi
quantità di sostanze tossiche come mercurio e cloruro di
vinile monomero. Quella dei bombardamenti di poli industriali
è una strategia bellica che ha un’impatto ambientale
pesantissimo.

Il peggio è successo a Pancevo, dove con attacchi mirati
agli impianti chimici svoltisi a più riprese dal 4 aprile
fino all’8 giugno, si è raggiunta una contaminazione tale da
spingere i medici a sconsigliare la gravidanza per almeno due anni
alle donne presenti in città in quei giorni. Emerge dai
sopralluoghi e dalle testimonianze dei responsabili della missione
ONU, di rappresentanti del WWF e di altri ricercatori, come non
solo non si sia trattato di errori, ma della precisa volontà
di distruggere gli impianti e causare determinati danni ecologici.
K. Krusewitz, docente di pianificazione ambientale
dell’Università di Berlino, rileva come si sia trattato di
una nuova fase della guerra ecologica, paragonandola a quella
più estesa condotta trent’anni fa in Vietnam. Altri
sottolineano come si sia violato la convenzione di Ginevra del 1977
che vieta “l’uso di armi e strategie belliche mirate a determinare
gravi, diffusi e duraturi danni all’ambiente naturale”. Viene anche
mostrato a più riprese come una vera e propria strage sia
stata evitata solo grazie all’intervento di alcuni tecnici che
hanno riversato nel Danubio le sostanze più pericolose poco
prima che le cisterne dove queste erano collocate venissero
colpite, producendo reazioni chimiche, come la liberazione di
fosfogene, un gas usato dall’esercito durante la prima guerra
mondiale. Il pericolo era che succedesse un vero e proprio
sterminio della popolazione.

Le centrali nucleari e i depositi dei rifiuti nucleari sono un
altro potenziale pericolo per la comunità. Finora non sono
stati presi di mira, ma se un giorno venissero bombardate, ci
sarebbero delle conseguenze difficilmente controllabili, anche
perchè si tratta di sostanze che non si fermano ai confini e
non si esauriscono in tempi prevedibili.

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