
Con la decisione di proteggere 400mila ettari del Grand Canyon dalle compagnie minerarie, il presidente degli Stati Uniti inizia un’opera di rammendo di una politica ambientale finora contraddittoria.
I 27 ministri dell’energia che si sono riuniti a Bruxelles, non hanno chiarito la loro posizione sul tetto per le rinnovabili proposto a inizio anno dalla Commissione Ue.
In altri termini: gli stati membri
accetteranno di essere vincolati a raggiungere il tetto del
20% di energia rinnovabile prodotta, nell’arco di 13
anni?
I Verdi dell’Europarlamento hanno puntualmente criticato
l’ambiguità mostrata dai ministri. Soprattutto alla luce
degli impegni presi dai leader europei per contenere il cambiamento
climatico. Ma secondo Pierluigi Bersani, ministro per lo sviluppo
economico, non bisogna focalizzarsi solo sui tetti.
“A proposito delle rinnovabili ci si appassiona molto a definire
tetti e obiettivi. Ma è ancora più importante vedere
come si realizzano in concreto queste nuove infrastrutture
energetiche“.
Il ministro italiano ha richiamato soprattutto
l’attenzione sui sistemi d’incentivazione. “Per essere
attivate, le fonti rinnovabili devono essere ancora sostenute. Ma i
meccanismi di sostegno devono essere ben studiati”.
Se l’Italia affronta questo problema nei prossimi mesi,
può recuperare quei “4 o 5 punti” che le mancano sul fronte
delle rinnovabili. E anche
il tetto europeo del 20% entro il 2020 risulta “ragionevole e
raggiungibile”.
“Noi siamo per l’efficienza energetica, siamo per la ricerca
tecnologica, siamo per le rinnovabili”, ha ribadito il ministro
Bersani da Bruxelles. “E lunedì abbiamo presentato un piano
di svolta in Italia su questi temi. Perché ci crediamo:
è una politica clou non solo per l’ambiente, ma anche per lo
sviluppo economico”.
Gianluca
Cazzaniga
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