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I nuovi paradisi naturali da proteggere
Sei nuovi paradisi naturali sono entrati a far parte della lista dei siti patrimonio dell’umanità. L’inserimento nella lista dei patrimoni Unesco contribuirà alla loro protezione.
Cominciamo il nostro giro del mondo con la laguna meridionale
delle Rock Island di Palau, in Micronesia, che
è stata inserita per l’altissimo grado di
biodiversità: barriere coralline, isole calcaree e 52 laghi
marini, ognuno con un ecosistema marino unico.
Approdiamo in Africa dove troviamo l’area protetta
Trinational Sangha che si estende su tre stati
dell’Africa centrale: Camerun, Repubblica centrafricana e
Repubblica del Congo. La riserva ospita la più
grande popolazione di elefanti e primati. I laghi di
Ounianga, invece, sono 18 specchi d’acqua nel cuore del
deserto del Sahara, in Ciad. Una vera e propria oasi.
Cambiando continente troviamo il sito di
Chengjiang, nella provincia cinese dello Yunnan,
che ospita tesori fossili che risalgono a 520 milioni di anni fa.
Il Lena pillars nature park, invece, si trova in
Russia e ospita specie uniche al mondo, come il cervo muschiato
siberiano, in grado di resistere a temperature estreme che vanno
dai -60°C in inverno ai +40° in estate. Il giro del mondo
si chiude con la catena montuosa indiana Western
Ghats che copre un’area di 160mila kmq e ospita foreste
pluviali, fiumi e cascate dove si abbeverano specie a rischio
estinzione come la tigre
asiatica.
Con i sei nuovi ingressi i siti naturali dell’Unesco diventano
217. La decisione di inserirli nella lista dei patrimoni
dell’umanità potrà contribuire alla loro protezione,
secondo l’Unione mondiale per la conservazione della
natura. Quelli africani, infatti, sono i più
rischio per le attività di bracconaggio e di estrazione di
gas e petrolio.
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