
Vecchi e nuovi ogm sono sottoposti alle stesse regole, ma ora le cose potrebbero cambiare. Una petizione vuole evitare questo rischio.
I Paesi europei litigano sugli OGM.
I ministri dell’Agricoltura dell’Unione Europea, riuniti a
Lussemburgo per una sessione sui temi di agricoltura e pesca, sono
divisi sui limiti di tolleranza degli organismi geneticamente
modificati nei cibi.
Si registra uno stop sul dibattito per la descrizione e
l’etichettatura degli OGM.
Una questione è quella delle procedure di autorizzazione per
immettere sul mercato dei nuovi OGM.
Un’altra è la definizione delle soglie di tolleranza di una
presenza accidentale di OGM negli alimenti e sulla soglia a partire
dalla quale debba essere imposto un’etichettatura specifica.
Il ministro danese, presidentessa di turno, ha il supporto di
quello spagnolo, austriaco e irlandese, proponendo un compromesso
che prevede una procedura di autorizzazione decetralizzata. Gli
altri paesi ne hanno proposto una centralizzata, la cui
responsabilità si appunterebbe sulla neonata Agenzia europea
per la sicurezza degli alimenti (AESA).
Sulla presenza accidentale di OGM, la presidenza danese ha
suggerito di tollerare, per un periodo transitorio di tre anni, una
soglia dell’1% per 13 nuovi OGM, ma anche su questo punto i
Quindici si sono divisi. La Svezia propone infatti una “tolleranza
zero” mentre la Germania e la Grecia hanno chiesto una soglia
inferiore all’1%. La Francia ha giudicato ragionevole la decisione
danese. Si discute.
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