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Si è tenuta a Milano, dal 1 al 12 dicembre, la COP9, la sesta conferenza mondiale sul clima. Facciamo il punto della situazione.
La Russia, com’era prevedibile, non ha aderito al protocollo, ma ha
portato avanti delle trattative per rinnovare i suoi impianti
obsoleti e inquinanti con l’aiuto di tecnologie pulite. E’
probabile che tra qualche mese farà il grande passo e
firmerà. Solo in tal caso potrà vendere agli altri
stati dei crediti di carbonio.
Gli Usa rappresentano un grande problema per la comunità
internazionale, in quanto non accettano l’idea stessa sulla quale
si basa il protocollo di Kyoto, cioè che il cambiamento del
clima sia da ricondurre alle crescenti emissioni di anidride
carbonica. Secondo i portavoce della delegazione Usa il cambiamento
è “ciclico” e non dipende dalle attività umane. Essi
sono e intendono rimanere il maggior inquinatore del mondo, con un
aumento delle emissioni del 17% rispetto al 1990. Puntano, secondo
le parole del Wwf, “su tecnologie opinabili e comunque molto
futuribili (sequestro di carbonio, idrogeno sporco derivato dal
carbone ect.)”, quindi eventuali miglioramenti si potranno vedere
in un tempo imprecisato. Nessun tentativo di ridurre le emissioni,
molti i tentativi di imporre alberi geneticamente modificati per le
riforestazioni, ignorando la necessità di salvare le
biodiversità e l’importanza di riforestare con le essenze
del posto.
Costruttive le proposte del Brasile che prevedono di bloccare il
taglio degli alberi nelle foreste pluviali per guadagnare dei
crediti di carbonio. Il progetto è presentato da un gruppo
di scienziati brasiliani e significa una vera inversione di rotta
in quanto l’assalto ai legni dell’Amazzonia è sempre stato
tollerato, addiritura incoraggiato. Le foreste pluviali sono
importanti serbatoi di biodiversità fondamentali per il
clima mondiale e la produzione di ossigeno.
I 120 paesi firmatari del protocollo di Kyoto hanno confermato di
voler proseguire nei loro sforzi per migliorare la situazione,
anche se il protocollo ufficialmente può diventare operativo
solo dopo che uno dei tre grandi assenti (Russia, Usa, Australia)
ha firmato. Oltre agli impegni di ridurre le emissioni è
stato confermata ufficialmente l’importanza delle foreste per
l’assorbimento dell’anidride di carbonio. Preoccupa che non sia
stato specificato un divieto riguardo l’utilizzo di alberi
geneticamente modificati e che non sia stato presa in
considerazione tutta la problematica legata a un’eventuale
riforestazione con piante non
autoctone e infestanti. Questa porterebbe a nuovi squilibri negli
ecosistemi locali.
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