Il clima spiegato da cento aziende

Accordi tra settore pubblico e privato, cooperazione su una vasta gamma di investimenti per attuare politiche di adattamento efficaci. È l’iniziativa della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici.

Una banca dati per raccogliere le migliori esperienze
intraprese da cento grandi aziende multinazionali per adattarsi
alle conseguenze del riscaldamento globale e, allo stesso tempo,
aumentare i propri profitti. È la nuova iniziativa lanciata
dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti
climatici (Unfccc).

 

Il database si chiama
Adaptation Private Sector Initiative
e ha la
funzione di mettere a disposizione di manager, imprenditori e
amministratori nazionali e locali un ventaglio di possibili
case
history
da cui prendere spunto per utilizzare in modo
efficiente le proprie risorse in caso di eventi climatici
estremi.

 

Tra le imprese che partecipano ci sono Coca-cola e Starbucks,
Microsoft e Levi’s (che di recente ha anche annunciato l’intenzione
di
non acquistare più prodotti provenienti da foreste
minacciate).

 

“Mostrando le storie di successo messe in atto da privati,
vogliamo aiutare sia le popolazioni che le aziende a essere
maggiormente in grado di resistere ai mutamenti del clima, ponendo
la questione dell’adattamento e dei benefici che ne conseguono fra
le priorità del settore privato”, è quanto dichiarato
dal segretario dell’Unfccc, Christiana Figueres durante
l’intervento tenuto al World economic forum di
Davos.

 

Tra gli esempi migliori vanno citati gli sforzi messi in atto
per rendere l’acqua potabile e sicura nei paesi in via di sviluppo
o quelli per migliorare la produzione di caffè in quelle
regioni particolarmente vulnerabili alle conseguenze del
riscaldamento globale.

 

In questo modo, anche l’Unfccc sposa ufficialmente l’approccio

building blocks che consiste nello sviluppo di
un sistema di migliaia di piccoli accordi internazionali,
nazionali, regionali e locali per fronteggiare il global warming,
mantenendo il ciclo dei negoziati come un appuntamento di semplice
coordinamento.

Del resto, in assenza di decisioni a livello sovranazionale,
è opportuno che imprese e governi locali comincino a
interagire, ad attrezzarsi. La banca dati messa a disposizione
dall’Unfccc serve proprio a questo. A far tesoro delle esperienze
altrui, a evitare che si commettano gli stessi errori.

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