
Si svilupperà su una linea di 170 chilometri inibita alle automobili. Il tutto sorgerà all’interno della città di Neom, 33 volte più estesa di New York.
Un fiume che diventa persona. No, non per incantesimo, neppure per magia, ma per un accordo tra la tribù Whanganu Iwi e il governo della Nuova Zelanda.
La tribù Whanganu Iwi è sempre stata legatissima
al proprio fiume, il Whanganui, il terzo per lunghezza della Nuova
Zelanda. Da più di cent’anni la comunità indigena
chiedeva un riconoscimento per la sua protezione e ora l’ha
ottenuto: il fiume è diventato una persona, secondo
l’accordo costituito dal governo della Nuova Zelanda e dalla
tribù.
L’accordo rientra nell’ambito dei negoziati del Trattato di
Waitangi, firmato nel 1840 dal rappresentante della corona inglese,
il capitano William Hobson e da quaranta capi tribù Maori
dell’Isola del Nord, che proteggeva gli interessi e le
proprietà dei Maori. Nel tempo però sono state
commesse numerose violazioni e le tribù hanno perso diritti
e territori.
Il Ministro neozelandese per i negoziati del Trattato di
Waitangi, Christopher Finlayson, ha salutato con entusiasmo il
riconoscimento giuridico del corso d’acqua, sottolineando che
“l’accordo che riconosce lo status del fiume come ‘Te Awa Tupua’
(un ecosistema integrato, in lingua maori) e il rapporto
inestricabile degli Iwi con il fiume è un passo importante
verso la risoluzione delle ingiustizie storiche ed è
importante a livello nazionale “.
Finalmente il fiume è diventato a tutti gli effetti un
componente della tribù.
Si svilupperà su una linea di 170 chilometri inibita alle automobili. Il tutto sorgerà all’interno della città di Neom, 33 volte più estesa di New York.
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