
Il 29 settembre è la Giornata della consapevolezza delle perdite e gli sprechi alimentari. Facciamo il punto sui numeri del fenomeno, sulle cause e sulle soluzioni antispreco. A partire dalla spesa.
Manifesto al Direttore Generale della FAO, Dr. Jacques Diouf Al Presidente della Commissione Europea, Dott.Romano Prodi Al Presidente del Consiglio, On. Silvio Berlusconi
MANIFESTO CONTRO LA FAME, UN’ALTRA ALIMENTAZIONE E’ POSSIBILE
I sottoscritti cittadini, associazioni, esponenti del mondo della
cultura, della scienza, preoccupati ed indignati per l’incessante
strage di milioni di esseri umani provocata ogni anno dalla fame,
nonostante un’aumentata produzione alimentare e mentre una parte
del mondo è sempre più colpita da malattie dovute ad
eccesso di cibo,
VISTO CHE
1. ogni anno quasi 9.000.000 di persone sono vittime della fame e
che la malnutrizione cronica accompagna la vita quotidiana di quasi
un miliardo di persone;
2. mondialmente il cibo è prodotto in quantità
sufficiente per sfamare tutti, ma non viene equamente distribuito e
vi è un enorme spreco delle risorse alimentari
esistenti;
3. le donne sono tra le maggiori vittime della fame e che il loro
ruolo è fondamentale nelle scelte alimentari e nella
conservazione della biodiversità vegetale ed animale;
4. ogni anno vengono destinati circa 145 milioni di tonnellate di
cereali e soia per l’alimentazione degli animali allevati, con una
perdita di oltre l’80 % di potenzialità nutritiva;
5. lo sfruttamento indiscriminato delle risorse, a cominciare
dall’acqua, rappresenta una minaccia gravissima per il Pianeta e
per la sua stessa sopravvivenza e l’allevamento intensivo è
un’ attività che richiede un maggior consumo d’acqua in
confronto ad altre attività per le produzioni alimentari.
Infatti per produrre la stessa quantità di cibo,
l’allevamento intensivo consuma 70 volte più acqua della
coltivazione (per produrre una tonnellata di carne bovina occorrono
31.500 metri cubi d’acqua, mentre per produrre una tonnellata di
cereali ne occorrono 450);
6. un’uguale estensione di territorio produce oltre 10 volte
più proteine se coltivata a cereali e leguminose per il
consumo umano diretto anziché essere destinata a pascolo o a
coltivazioni per la produzione di mangimi (un ettaro di terreno, se
coltivato a soia, può dare in un anno 2500 kg di proteine
alimentari vegetali, mentre, se utilizzato a pascolo, può
dare solo 200 kg di proteine attraverso la carne bovina);
7. con la trasformazione di nuovi territori a pascolo e
l’estendersi delle monocolture in molti Paesi del Sud del mondo si
perde la ricchezza di biodiversità ivi contenuta e si espone
il terreno ai rischi della desertificazione;
8. le popolazioni dei Paesi ricchi hanno problemi di salute
generati da un’alimentazione squilibrata per eccesso di consumo di
cibi di origine animale e sono sempre più gravi e frequenti
le emergenze alimentari collegate alle produzioni animali;
9. il “sistema allevamento” è causa di sofferenza e morte
per milioni di animali, esseri senzienti trattati come pura merce,
costretti ad una vita innaturale e ad una morte crudele;
CONSIDERATO CHE
1. gli sforzi fatti finora per combattere la fame sono falliti e i
traguardi fissati nella prima Conferenza Mondiale
sull’alimentazione dopo trent’anni sono ancora più
lontani;
2. alcune misure adottate hanno reso ancora più deboli ed
instabili le economie dei Paesi destinatari degli aiuti, rendendoli
dipendenti dalla fluttuazione dei mercati internazionali e dalle
multinazionali per l’approvvigionamento di sementi, fertilizzanti e
macchinari;
RITENUTO CHE
1. i consumi e le abitudini alimentari dei Paesi ricchi sono
responsabili della distruzione di molti territori, dello spreco di
preziose risorse, della sofferenza e morte di milioni di animali,
della morte per fame e denutrizione di milioni di esseri umani;
2. la riduzione del consumo di carne da parte del mondo occidentale
è una condizione indispensabile, anche se non sufficiente,
per scongiurare la morte per fame milioni di persone;
3. la promozione e/o la conservazione di un’alimentazione su base
vegetale presso i Paesi poveri può nutrire un maggior numero
di persone.
CONDIVIDENDO LE FINALITA’, I CONTENUTI E LE RICHIESTE DELLA Global
Hunger Alliance
CHIEDONO
alla Direzione della FAO, all’Unione Europea, al Governo Italiano
il varo di un Progetto globale che agisca sui consumi alimentari
dei Paesi ricchi e sulla loro politica agraria, e
contemporaneamente riorienti la politica di aiuti ed i relativi
progetti verso i Paesi poveri.
In particolare si chiede:
all’Unione Europea ed ai paesi economicamente sviluppati:
1. la promozione di azioni di informazione ed educazione alimentare
orientate alla diminuzione del consumo di carne ed in genere di
prodotti animali;
2. la promozione dell’alimentazione vegetariana e il riconoscimento
del diritto all’opzione vegetariana nella ristorazione pubblica
collettiva;
3. di riorientare, nel quadro della riforma della PAC la politica
dei sussidi a sostegno della produzione, in modo da disincentivare
l’allevamento intensivo in vista del suo graduale superamento;
4. di riconsiderare le scelte legislative in materia di Organismi
Geneticamente Modificati secondo il principio di precauzione;
5. il perseguimento di una politica agricola che punti ad una
diminuzione di capi allevati in modo da diminuire la
necessità di importazione di alimenti per gli animali;
6. il varo di azioni di sostegno alla riconversione di
attività zootecniche verso attività di coltivazione
di proteine vegetali biologiche;
alla FAO e ai Paesi in via di sviluppo:
1. l’avvio di progetti che riducano la superficie territoriale
destinata alla produzione per l’esportazione di cereali e soia
nonché quella destinata al pascolo, operando per il
mantenimento di modelli alimentari locali e della
biodiversità della produzione vegetale e la valorizzazione
del ruolo svolto dalle donne nelle scelte alimentari;
2. la promozione di progetti che siano diretti alla coltivazione di
alimenti vegetali (cereali, legumi, semi oleosi, alghe, ecc) ricchi
di proteine e di nutrienti per il consumo umano locale;
3. la disincentivazione e denuncia di operazioni economiche che
delocalizzano la zootecnia intensiva inquinante verso Paesi con una
legislazione più permissiva in materia di diritti sociali,
tutela ambientale e di benessere degli animali;
Si chiede inoltre la costituzione di una apposita Commissione,
formata da esponenti delle ONG e delle associazioni che promuovono
il presente appello, con il compito di elaborare proposte e piani
concreti per raggiungere gli obiettivi sopra esposti.
Roma, giugno 2002
Campagna “Contro la fame un’altra alimentazione è
possibile”
promossa da: Animalisti Italiani PeTA, Comitato Scientifico
Antivivisezionista, DeA Donne e Ambiente, ENPA Ente Nazionale
Protezione Animali, Imperatrice Nuda, LAC Lega Abolizione Caccia,
LAV Lega Anti Vivisezione, LIDA Lega Italiana Diritti dell’Animale,
OIPA Organizzazione Internazionale Protezione Animali, Progetto
Vivere Vegan, UNA Uomo Natura Ambiente, GAIA Animali &
Ambiente, SSNV Società Scientifica di Nutrizione
Vegetariana
aderente al Global Hunger Alliance
iniziativa proposta da: Enrico Moriconi, Stefano Cagno, Valerio
Pocar, Massimo Tettamanti, Marina Berati; Viviana Ribezzo, Rossana
Vallino
appello sottoscritto da: Margherita Hack, Tom e Nancy Regan,
Luisella Battaglia, Gianni Tamino, Luciano Valle,
con l’adesione di Animali di città – Udine, AVI, Edizione
Cosmopolis, Progetto Vivere Vegan, Società Vegetariana, UNI
– Lazio, VASA
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