
Con la decisione di proteggere 400mila ettari del Grand Canyon dalle compagnie minerarie, il presidente degli Stati Uniti inizia un’opera di rammendo di una politica ambientale finora contraddittoria.
Questa volta l’allarme per l’impatto dell’uomo sul pianeta ci arriva direttamente dallo spazio nel giorno del lancio del Living Planet Report realizzato dal WWF.
“Abbiamo un solo pianeta.
Da qui riesco a vedere l’impronta dell’umanità,
tra cui gli incendi delle foreste, l’inquinamento atmosferico e
l’erosione del suolo e delle coste”, ha detto l’astronauta
Kuipers nel lancio del rapporto durante la sua seconda
missione nello spazio.
“Mentre ci sono pressioni insostenibili sul pianeta, abbiamo la
possibilità di salvare la nostra ‘casa’, non solo per il
nostro beneficio, ma, soprattutto, per le generazioni a
venire”.
Un appello accorato, una prospettiva unica che si può avere
solo quando si guardano le cose da un’altra angolazione o, meglio,
da 400 km dalla superficie terrestre.
I numeri
La relazione 2012 del WWF sul
Pianeta è stata prodotta in collaborazione con la Zoological
Society di Londra,il Global Footprint Network e l’Agenzia Spaziale
Europea (ESA). Calcoli non certo facili, ma qualcuno li ha fatti:
dei 12 miliardi di ettari globali Gha (ovvero la capacità
che i sistemi naturali hanno di produrre risorse biologiche
utilizzabili dagli esseri umani) disponibili, noi ne utilizziamo
18,2 miliardi complessivi per una quota procapite di 2,7 Gha. In
Italia superiamo addirittura la media mondiale con un consumo
annuale di ben 2,5 Pianeti e una quota pro capite di 4,5 Gha. Siamo
sempre in debito.
Deforestazione e degrado forestale da sole sono responsabili del
20% delle emissioni globali di CO2 provocate dall’uomo, incluse le
perdite dai terreni forestali. E’ stato calcolato che per limitare
il riscaldamento medio globale sotto ai 2°C di temperatura
media mondiale rispetto ai livelli pre-industriali sarà
necessaria una riduzione delle emissioni di oltre l’80% rispetto al
picco previsto.
I 5 punti del WWF
1. Proteggere e ripristinare i processi ecologici fondamentali,
necessari per la sicurezza delle risorse alimentari, idriche ed
energetiche.
2. Produrre meglio per abbassare l’impronta ecologica e riportarla
nei limiti ecologici.
3. Consumare meglio, cambiando i modelli alimentari e riducendo gli
alimenti sprecati dalle popolazioni più ricche.
4. Riorientare i flussi finanziari. Meglio mantenere e investire
nei capitali naturali che spesso non vengono valutati affatto.
5. Gestire equamente le risorse, rimanendo entro la capacità
rigenerativa di un solo Pianeta. E’ necessario anche migliorare gli
standard sanitari ed educativi e creare piani efficaci di sviluppo
economico.
E se ci fosse rimasto poco tempo?
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