Gae Aulenti

Progettata da Gae Aulenti, la stazione “Dante” ospita nel suo sottosuolo l’integrazione tra architettura e arte:

Per questo motivo nelle viscere del sottosuolo napoletano si
è introdotta una nuova presenza. Davanti a opere d’arte di
oggi, in forma di parole luminose al neon ispirate ai versi di
Dante, in forma di un mosaico variopinto e di tele là dove
corrono i treni e la gente passa di fretta per andare a lavorare e
tornare a casa, si può creare una familiarità, un
dialogo diverso che può educare.

Progettata da Gae Aulenti, la stazione “Dante” ospita nel suo
sottosuolo l’integrazione tra architettura e arte: con la direzione
artistica del critico d’arte Achille Bonito Oliva, le opere
permanenti degli artisti Alfano, De Maria, Kosuth, Kounellis e
Pistoletto formano una corrispondenza tra pittura, scultura,
interventi artistici e gli spazi della stazione.

Partendo dalla denominazione della piazza, Dante Alighieri, si
è affrontato il problema del rapporto tra scrittura e
immagine.

  • Joseph Kosuth, artista concettuale americano, usa parole del
    poeta stesso, parole al neon che rispecchiano la luminosità
    della poesia.
    Con la sua opera “Queste cose visibili” (15 metri per 1,5), ricalca
    uno scritto dantesco tratto dal “Convivio”: “Lo calore e la luce
    sono propriamente: perché solo col viso comprendiamo
    ciò, e non con altro senso. Queste cose visibili, sì
    le proprie come le comuni in quanto visibili, vengono dentro a
    l’occhio – non dico le cose, ma le forme loro – per lo mezzo
    diafono, non realmente ma intenzionalmente, si quasi come in vetro
    trasparente. E ne l’acqua ch’e ne la pupilla de l’occhio, questo
    discorso, che fa la forma visibile per lo mezzo, si si compiute,
    perché quell’acqua è terminata. Quasi come specchio,
    che è vetro terminato con piombo, si che passar più
    non può, ma quivi, a modo d’una palla, percossa si ferma; si
    che la forma, che nel mezzo trasparente non pare, (ne l’acqua pare)
    lucida e terminata”.
  • Anche con i quadri “Luce-Grigio” di Carlo Alfano, pittore
    napoletano che lavorava sulla scrittura, si è scelta una
    relazione metaforica con l’intestatario piazza Dante.
  • Jannis Kounellis con un’opera senza titolo, presenta il tema
    del nomadismo: una lunga installazione di travi di metallo sulla
    quale vi sono scarpe.
  • Michelangelo Pistoletto con “Intermediterraneo” lavora sul
    doppio, con uno dei suoi specchi.
  • Nicola De Maria, artista mediterraneo della Transavanguardia,
    con “Universo senza bombe, regno dei fiori, 7 angeli rossi”, ha
    eseguito un grande mosaico grande con le sue forme tipiche.

Tomaso
Scotti

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