Il muro della vergogna

Attivisti di Greenpeace in azione a Milano: LifeGate ha seguito la singolare manifestazione davanti agli uffici dell’Enichem, mantenendo un filo telefonico diretto con l’associazione ambientalista.

Questa mattina alle 7.30 una cinquantina di attivisti di
Geenpeace hanno iniziato a murare i due ingressi principali della
sede centrale dell’Enichem. Quando sono arrivati i dirigenti e gli
impiegati della società per iniziare la loro consueta
giornata di lavoro, si sono trovati a sorpresa davanti a ingressi
inaccessibili.

Con un cemento a presa rapida erano stati messi insieme oltre 300
mattoni, dei quali 193 erano listati a lutto con i nomi degli
operai deceduti a causa del petrolchimico di Porto Marghera.

I “muratori” di Greenpeace chiamano la loro “opera” il “Muro della
Vergogna”. Lo hanno eretto per protestare contro la sentenza finale
del processo di Porto Marghera e per ricordare che all’Enichem la
strage continua, in quanto tutt’oggi questa società è
la più grande produttrice di cloro in Italia.

Il ciclo del cloro è la principale causa di morti e disastri
ambientali degli ultimi decenni. Per questo motivo gli attivisti di
Greenpeace chiedevano sin dalla mattina un incontro con i dirigenti
dell’azienda.
Nel pomeriggio una delegazione dell’associazione è stata
finalmente accolta.

Qualche risultato c’è stato: i responsabili dell’Enichem
hanno promesso di presentare entro la fine di novembre un piano
strategico per togliere, nelle loro attività, la
priorità del ciclo di cloro. La riduzione sarà
più veloce negli stabilimenti in Sardegna, a medio termine
in Sicilia, mentre a Porto Marghera ci vorrà più
tempo.

L’incontro è stato definito dai delegati di Greenpeace
“produttivo, una buona base per andare avanti”.

Rita
Imwinkelried

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