
Da secoli, il frutto dell’ume viene coltivato a Minabe e Tanabe in armonia con i boschi cedui e gli insetti impollinatori: un metodo riconosciuto dalla Fao.
Il piatto unico : è emerso che i bambini più piccoli tendono a saziarsi con un solo cibo, il primo che gli si mette davanti
Uno dei metodi migliori per assicurarsi un’alimentazione completa e
corretta, senza fare troppa fatica, consiste nel “piatto unico”.
È un sistema di alimentazione antico, tipico di quasi tutte
le tradizioni gastronomiche, sia occidentali che orientali. In
genere nel piatto unico si associano una “base” ricca di amidi
(cereali, tuberi) e un alimento proteico (legumi, formaggi, uova,
pesce, carne), più eventualmente della verdura. Un piatto
unico ben preparato, accompagnato da una porzione di frutta o di
verdura cruda, garantisce un apporto equilibrato di carboidrati,
proteine, vitamine e sali minerali, e mette al riparo dal rischio
di carenze o eccessi nutritivi.
La suddivisione classica tra “primo” ricco di amidi (come la pasta)
e “secondo” proteico invece spesso può creare qualche
problema; ad esempio si rischia di saziarsi con un unico alimento,
lasciando da parte sostanze nutritive importanti. Da una indagine
condotta nelle scuole di Milano, è emerso che i bambini
più piccoli tendono a saziarsi con un solo cibo, il primo
che gli si mette davanti. Questo perché i bambini,
evidentemente più istintivi, non hanno ancora imparato la
tecnica della “sazietà a comando” che consiste nel limitarsi
nel consumo dei singoli piatti, conservando una certa
quantità di appetito da “utilizzare” per il consumo delle
portate successive.
Al contrario, negli adulti la “sazietà a comando” può
spingere alla sovralimentazione: per motivi culturali, sociali e
psicologici, si può essere spinti a rinnovare
artificialmente l’appetito a ogni portata, perdendo la
capacità di fermarsi al momento giusto e spianando la strada
verso il sovrappeso e l’obesità.
Se invece il pasto consiste in un solo piatto di base, preceduto da
verdura cruda (insalata mista, pinzimonio), ecco il miracolo: ci si
sazia con una minore quantità di cibo, e si fornisce
all’organismo un apporto nutritivo completo e ben equilibrato. Da
indagini condotte nelle mense aziendali risulta che nel confronto
tra pasto “classico” (primo-secondo-contorno) e piatto unico, il
piatto unico può far “risparmiare” fino al 30-50% delle
calorie, e riduce inoltre l’eccesso di grassi e proteine
animali.
Del resto, il piatto unico è il modo migliore per sfruttare
la sinergia nutritiva tra cereali e legumi, che garantisce un
ottimo apporto di proteine nobili. L’associazione cereali e legumi
inoltre fornisce notevoli quantità di fibre, sali minerali,
vitamine del gruppo B e sostanze antiossidanti e
anticolesterolo.
Per finire in bellezza e in gusto, ecco alcuni esempi di piatti
unici saporiti e stuzzicanti, tipici della tradizione regionale
italiana: pasta e ceci, riso e lenticchie, garganelli con piselli
alla romagnola, polenta e baccalà, pasta con le sarde,
spaghetti con le vongole, orecchiette con broccoli e pecorino,
polenta e latte, pizza con mozzarella e pomodoro, torta
pasqualina… e ci fermiamo qui solo per non farvi venire troppa
fame.
Francesca Marotta
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