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In Italia, sino ad ora sono stati abbattuti fra gli 80 e i 90mila capi. Quanto sta costando all’Italia l’emergenza Mucca Pazza? (BSE)
Nel nostro Paese ci sono circa 700 milioni di animali allevati, tra
polli e bovini: un esercito che consuma circa 18 milioni di
tonnellate di mangime.
Cifre estremamente imponenti che mettono a rischio i controlli: nessuno, al
momento, è in grado di apprestare e garantire la tenuta di
un sistema di controllo certo, perché i costi pubblici sono molto
elevati. Migliaia di miliardi da aggiungere a quelli
già andati in fumo per i test rapidi e controlli anti-Bse,
smaltimento delle farine animali, abbattimento delle mucche,
finanziamenti agli allevatori.
In Italia, sino ad ora sono stati abbattuti fra gli 80 e i 90mila
capi, i cui costi – non si conosce la cifra precisa – saranno
garantiti dalla Comunità europea.
Per quanto riguarda le farine, la GEA (Azienda di intervento
pubblico sui mercati agricoli), ha speso per l’acquisto –
direttamente dalle ditte produttrici – e l’incenerimento delle
farine animali intorno ai 400 miliardi. Sino a ora sono state
incenerite circa 450mila tonnellate di farine animali. Il governo
ha messo in bilancio 400 miliardi di lire per il finanziamento
dell’operazione, mentre i contributi agli allevatori saranno
nell’ordine dei 55 miliardi. Le cifre di tutti gli altri costi,
compresi quelli del personale adibito a controlli e incenerimenti,
non sono ancora noti e si conosceranno in dettaglio verso gli inizi
di quest’anno.
L’aspetto serio della situazione però, non viene solo dai
costi economici, ma dal fatto che tutto lascia pensare che assai
difficilmente la BSE riuscirà a mettere in discussione
l’attuale filiera produttiva. Anzi, la story si chiuderà con
le immancabili sovvenzioni, con buona pace di tutti. Senza contare
che la mancanza fino a tutto il 2001, di una anagrafe bovina, sta
mettendo a rischio il 50% dei premi dovuti agli allevatori
(Coldiretti), e che questi costi andranno a ricadere direttamente
sulle tasche dei consumatori.
Massimo Ilari
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