Il valore terapeutico del viaggio

Succede talvolta di tornare da un viaggio trasformati, come se la distanza da ritmi e luoghi conosciuti avesse permesso una liberazione da vecchi blocchi.

L’arricchimento e la crescita interiore sono dovuti all’apertura
verso nuovi pensieri, nuovi spazi: il viaggio è una
metafora.
Quando si sta male si tende a fissare un punto nella parete e
pensare che il mondo sia tutto lì. E invece c’è tutta
la casa, e il pianeta. Esistono infinite possibilità di
stare al mondo: viaggiare aiuta ad accorgersi della limitatezza dei
nostri confini mentali. Allontanarsi dai binari noti, per
ritrovarsi dentro. L’importante è aprire la mente e il cuore
alle possibilità dell’essere.

Accade, infatti, anche di viaggiare impauriti, contratti, restando
fermi dentro. Ci si ancora alle proprie abitudini, si fa resistenza
al nuovo. Il giudizio filtra tutto, non lascia entrare niente, se
non distrazioni superficiali, e si torna a casa uguali a sempre, e
spesso insoddisfatti. In effetti, abbandonare i riferimenti soliti,
anche quelli banali tipo il cibo, rappresenta una minaccia per
un’identità fragile.
Per contro, un vero viaggio può essere stanziale: Jung
sosteneva che le vicende interiori lo coinvolgevano al punto da
sbiadire qualsiasi evento esterno, che diventava poco importante.
La psicoterapia, corsi strani, esperienze diverse anche nella
propria città, sono “viaggi”.

E’ molto utile immaginare ogni viaggio come un pellegrinaggio,
crearsene un’aspettativa aperta, poco definita nei dettagli:
sarà un’esperienza importante comunque andrà.
Soprattutto se riusciamo a portare un’attenzione consapevole su
tutti i suoi aspetti, facendo sì che il viaggio diventi, sin
dalla sua preparazione, quasi un rituale simbolico: cosa ci
portiamo in valigia e nel cuore, cosa lasciamo, cosa ci spaventa di
più, qual è il desiderio guida.
Osserviamo via via gli inevitabili contrattempi, le coincidenze
felici, gli incontri casuali: perché si verificano, come
reagiamo. C’è un messaggio in tutto quello che ci accade, e
nel tempo diverso che si respira nei viaggi forse si può
cercare di ascoltarlo.

Olga Chiaia
Psicologa Psicoterapeuta

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