Il voto della California sulla marijuana

Il referendum per legalizzare la marijuana anche per uso ricreativo ha attirato l’attenzione di tutto il mondo e ha unito i politici: tutti contrari.

Il giorno delle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti, il 2 novembre 2010, è anche il giorno in cui in California si è votato sulla legalizzazione della marijuana. Ma alla conferenza stampa di chiusura della campagna antiproibizionista, con tutti gli exit-poll negativi, tutti avevano il muso lungo.

Gli effetti del sì

Secondo gli attivisti pro-legalizzazione, riuniti alla Oakland City Hall, l’accoglimento della Proposition 19 avrebbe creato nuovi posti di lavoro, aumentato gli introiti dalle tasse, ridotto le discriminazioni razziali e le tendenze razziste, reso le strade più sicure e acceso una rivoluzione culturale.

Di cosa si discute

Il Regulate, control and tax cannabis act del 2010 depenalizzerebbe il possesso e il consumo di piccole quantità di marijuana, consentendo ai governi locali di regolamentare le attività connesse e imponendo tasse sulla vendita di marijuana.

L’uso medicinale di marijuana è legale in California fin dalla data del passaggio della Proposition 215, il Compassionate use act del 1996. Inoltre, il governatore Arnold Schwarzenegger agli inizi di ottobre 2010 ha firmato una legge che derubrica il possesso di meno di un’oncia di marijuana da reato a infrazione.

Se fosse passata la Proposition 19, sarebbe stata la prima volta nell’intera storia americana in cui uno stato rende legale il possesso per usi ricreativi della marijuana, cosa che però avrebbe contrastato con le leggi federali antidroga.

I contro

“La Proposition 19 è incostituzionale. Il mio dipartimento farà rispettare scrupolosamente ogni legge scritta”.
Sheriff Lee Baca, capo della campagna No on 19

“Se la Proposition 19 passa, il governo applicherà rigidamente la legge federale”
Eric Holder, U.S. Attorney General

“No on 19”, spot radio California Chamber of Commerce

I pro

“Non facciamo errori, il mondo ci guarda.”
– Dale Sky Jones, Oaksterdam University

“Oggi è un giorno decisivo per chiudere con decenni di
fallimenti della politica proibizionista in California.”
– Stephen Gutwillig, California director of the Drug Policy
Alliance

“Tassare la cannabis domestica (un mercato da 14 miliardi di
dollari annui) frutterebbe almeno 1,4 miliardi ogni anno, in un
momento in cui le casse statali sono in affanno. Senza contare le
spese risparmiate per le operazioni di polizia (300 milioni di
dollari) e lo svuotamento delle carceri, piene di persone
incriminate per minimi possessi di marijuana”.
– Laura Rosenthal, California Legislature

“La Proposition 19 ha avuto avuto un forte impatto sul dibattito
nazionale sulle politiche riguardanti le droghe leggere, ponendo
fermamente le discussioni sulla legalizzazione della marijuana
nell’ambito dei discorsi seri della politica nazionale. Anche se
oggi siamo sconfitti, siamo riusciti a fare slittare il dibattito,
dal più licenzioso hippy al più integerrimo poliziotto,
facendo riconoscere che si tratta di un problema con sfaccettature
complesse”.
– John Russo, Oakland City Attorney

“Non ha votato abbastanza gente. Ma abbiamo cambiato il dibattito.
Ci basta? Ne valeva la pena? Uh uh, non lo so. Ora andiamo alla
prossima battaglia, quella definitiva: cambiare le leggi a livello
federale.”
– Richard Lee, fondatore della Oaksterdam University e
organizzatore della campagna

Usi medicinali, alimentari e tessili

Oltre al livello politico, si potrebbero includere nel dibattito le considerazioni terapeutiche e gli usi pratici della canapa impediti da legislazioni draconiane: per questo anche in Italia l’uso alimentare (come l’olio di canapa) e tessile sono stati di fatto bloccati.

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