
Se non tutti i paesi del mondo potranno partecipare alla Cop 26 a causa della distribuzione ineguale dei vaccini, allora neanche Greta Thunberg parteciperà.
Il Sole 24 Ore fa il bis. Dopo l’esperienza del 16 febbraio 2009, quarto compleanno di Kyoto, continua a dimostrare il proprio impegno per l’ambiente con la resa a Impatto Zero.
E così il primo quotidiano economico del paese prosegue
il suo percorso “verde” anche con l’edizione del 22 aprile 2009,
con la decisione di compensare il proprio impatto sull’ambiente
aderendo di nuovo al progetto di LifeGate.
Anche stavolta sono state calcolate le emissioni della tiratura
dell’edizione del giorno e della messa online di una settimana di
sito web, poi compensate contribuendo alla creazione e tutela di
foreste in crescita in Italia e nel mondo.
Come già accaduto per il 16 febbraio, questa edizione del
Sole 24 Ore vedrà l’approfondimento di varie tematiche
legate all’ambiente ed al risparmio energetico. E non solo
perché il tema della giornata lo consente. Ricordiamo
infatti che dal 22 al 24 aprile si è tenuto a Siracusa il G8
Ambiente, in cui la preoccupazione centrale è stata proprio
la necessità di ridurre le emissioni di anidride carbonica
per limitare gli effetti del riscaldamento globale.
In questa occasione la resa a Impatto Zero® del
Sole 24 Ore è avvenuta grazie a Lexmark, azienda
specializzata nell’ottimizzazione dei processi di stampa.
Il connubio è stato particolarmente azzeccato: Lexmark ha
già dimostrato da tempo una particolare attenzione ai temi
della salvaguardia dell’ambiente e del risparmio energetico, avendo
scelto essa stessa di aderire al progetto Impatto
Zero® ed di alimentare la propria sede con energia
da fonti rinnovabili.
Per il 22 aprile inoltre, oltre all’operazione col Sole, l’azienda
ha compensato anche l’impatto della proiezione del documentario
Earth, di DisneyNature, al Cinema Bicocca.
Se non tutti i paesi del mondo potranno partecipare alla Cop 26 a causa della distribuzione ineguale dei vaccini, allora neanche Greta Thunberg parteciperà.
Le temperature medie nell’Artico continuano a crescere: ne è una chiara dimostrazione il fatto che i fulmini estivi siano sempre più frequenti.
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