La risposta è legata al posto in cui hai la fortuna (o sfortuna) di vivere; l’Organizzazione Mondiale della Sanità individua un valore di 50 litri pro capite al giorno al di sotto del quale si hanno situazioni di sofferenza idrica (circa il 40% della popolazione mondiale vive al di sotto di questa soglia). In Italia si ha un consumo medio pro capite di circa 250 litri di acqua potabile al giorno, anche per usi che non richiederebbero l’utilizzo di acqua potabilizzata: ha senso utilizzare acqua potabile nello sciacquone di un bagno, o per lavare l’auto e i pavimenti, o per annaffiare il giardino fuori casa? Per ottimizzare l’utilizzo della risorsa idrica, che è sì rinnovabile ma che subisce un graduale peggioramento della sua qualità a causa delle azioni umane, ognuno, a casa propria, può adottare dei piccoli accorgimenti utili a diminuire gli sprechi. Ad esempio non lasciar mai scorrere l’acqua inutilmente (e in caso, provvedere a raccoglierla per altri usi), preferire la doccia al bagno, lavare frutta verdura in bacinelle e riutilizzare poi l’acqua, usare lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico, utilizzare elettrodomestici a ridotto consumo d’acqua, controllare di non avere perdite nel proprio impianto idrico (basta osservare se il contatore resta fermo a rubinetti chiusi), applicare frangi-getto ai rubinetti, preferire miscelatori ai doppi rubinetti, dotare lo sciacquone di tasto di bloccaggio dell’erogazione ed ancor meglio dotarsi di impianti che permettano l’uso di acque grigie per lo sciacquone, dotarsi di serbatoi di raccolta di acqua piovana da usare per tutti gli utilizzi che non richiedono acqua potabile. Tutto ciò potrà non essere sufficiente a risolvere i gravi problemi dovuti alla mancanza ed al degrado della risorsa idrica (l’uso domestico è quasi trascurabile rispetto a quello agricolo ed industriale), ma serve ad aumentare la sensibilità di tutti di fronte a queste problematiche (oltre a far risparmiare qualche soldo…). Stefano Zanella