Una delle fonti più pulite è il vento. Il rapido sviluppo tecnologico e industriale degli impianti eolici, come per esempio le “wind farms”, continua incessantemente, ma l?integrazione di questa tecnologia in un ambiente urbano e in particolar modo in un ambiente costituito esclusivamente da edifici, rimane pressoché a. Infatti non esistono turbine eoliche nelle nostre città, quindi nei luoghi dove la maggior parte della nostra energia è consumata. La costruzione di torri eoliche per la generazione elettrica ha sicuramente un forte impatto ambientale ma, nell’ottica dei benefici acquisiti, è un prezzo irrilevante da pagare. Infatti l’elettricità al giorno d’oggi non è più un lusso ma è un bene primario che oltre a fornire luce e calore privati, alimenta strutture pubbliche come ospedali e scuole. Il progetto WEB (Wind Energy for the Built environment) finanziato dalla UE nell’ambito del progetto Joule III, e conclusosi nel 2000, è stato pensato e sviluppato per dimostrare che l’uso dell’energia eolica in ambiente urbano dovrebbe essere riconosciuto e accettato da tutti come una realistica risposta alle tante sfide ambientali che oggi dobbiamo affrontare. Come si può intuire, l’integrazione di turbine eoliche nell’ambiente urbano creerebbe problematiche di non facile risoluzione, come per esempio, la vicinanza delle turbine alle persone, il rumore generato dal moto delle turbine o il fatto che la velocità media del vento in ambiente urbano è notevolmente ridotta. Per risolvere questi problemi il progetto WEB ha considerato tre tecniche generali di integrazione: “Landscaping stand alone machines”: turbine inserite nel paesaggio e non integrate in edifici. “Retro-fitting”, quindi con tecnologie applicate all’involucro esterno degli edifici. “Full integration”, ovvero integrazione completa, tale per cui le turbine eoliche determinano l’architettura dell’edificio. In un prossimo futuro potremo meravigliarci di queste gigantesche pale, ma sarebbe sbagliato condannarle come, viceversa, dovremmo fare per quei progetti industriali approvati dal governo che vanificano ogni sforzo orientato a strategie di sviluppo verso fonti di energia rinnovabili. Tomaso Scotti