<p class="MsoNormal c1">Un impianto fotovoltaico risulta essere oggigiorno un investimento a lungo termine, che necessita di anni per riuscire ad ammortizzarne i costi. La ricerca si sta quindi spostando egregiamente verso strade alternative e meno dispendiose.</p> <p class="MsoNormal c1">L’idea è di produrre energia elettrica imitando ciò che la natura compie ormai da milioni di anni grazie alla fotosintesi clorofilliana e utilizzandone gli stessi composti.</p> <p class="MsoNormal c1">Da qui il nome di fotovoltaico organico, in quanto, per produrre le celle, si utilizzano componenti ricavati da tutti quei vegetali che contengono le antocianine, molecole che donano il colore rosso e violetto a varie specie di piante e le proteggono dalle radiazioni ultraviolette. <a href="http://www.lifegate.it/imprese/news/elettricita_da_mirtilli_e_spinaci">Numerose ricerche</a> hanno provato che è possibile ricavare energia elettrica sfruttando i principi della fotosintesi clorofilliana</p> <p class="MsoNormal c1">“La realizzazione di pannelli fotovoltaici tradizionalmente utilizza materiali inorganici come il silicio, tipicamente usati dall’industria elettronica – spiega Franco Giannini, docente all’università Tor Vergata di Roma – il principio fotovoltaico (conversione di luce in elettricità) non è appannaggio esclusivo di questi materiali “tradizionali”. Anche in composti organici la luce può generare carica elettrica”.</p> <p class="MsoNormal c1">“Più precisamente si utilizzano materiali di origine biologica (per esempio coloranti alimentari o tessili) – continua Giannini – alcuni di questi hanno composizioni simili ad inchiostri e permettono una vera e propria “stampa” della cella fotovoltaica con prevedibili ed enormi riduzioni di costi realizzativi”.</p> <p class="MsoNormal c1">Il loro funzionamento è simile a ciò che avviene all’interno delle foglie vegetali. “Le celle attualmente realizzate nel Polo Solare Organico di Tor Vergata, utilizzano dei coloranti come recettori della luce solare – afferma il professore – la carica elettrica generata è poi raccolta da una superficie, opportunamente trattata, composta da ossido di titanio (presente nei dentifrici)”.</p> <p class="MsoNormal c1">Come accennato prima, “i costi di realizzazione (dagli impianti industriali ai materiali, incluso i costi indiretti di impatto ambientale) possono essere molto più bassi che utilizzando il silicio. Il processo di fabbricazione utilizza parte delle tecniche tipografiche, e si punta ad un abbattimento dei costi sotto a 1,5 euro per ogni Watt prodotto dal pannello di medie dimensioni”. Contro i 5 euro per ogni Watt attuali.</p> <p class="MsoNormal c1">“La tecnologia interamente organica permette alle celle di convertire il 6 per cento dei raggi solari in energia elettrica, mentre, per alcuni prototipi, si è arrivati ad una efficienza del 12 per cento”. Ad oggi, con l’utilizzo del silicio, si va da 4 a 17 per cento di conversione.</p> <p class="MsoNormal c1">L’industrializzazione di questa tecnologia è prossima ed è prevista per il 2008 al massimo per il 2009.<span class="c4"><br /> </span></p> <span itemscope itemtype="http://schema.org/Article" class="itempropwp-wrap"><meta itemprop="name" content="Pannelli solari per tutti"><meta itemprop="url" content="/imprese/news/pannelli_solari_per_tutti1"><meta itemprop="image" content="/app/uploads/pannello-solare-organico.jpg" /><meta itemprop="author" content="/imprese/il-team/rudi-bressa"><meta itemprop="description" content="Rendere accessibile a tutti la tecnologia fotovoltaica... imitando la fotosintesi clorofilliana. Questo l'obiettivo del fotovoltaico organico."><meta itemprop="datePublished" content="2010-01-07 12:55:48"><meta itemprop="dateModified" content="2018-02-01 14:23:32" /></span>