I lavori del ponte sullo stretto di Messina dovrebbero iniziare a dicembre 2024 e concludersi nel 2032. Ma i cittadini si ribellano.
In armonia con la foresta, lontani dalla “civiltà”
Nel fitto della foresta pluviale dell’Amazzonia occidentale, gomito a gomito con giaguari e tapiri e circondata da una muraglia verde, vive una tribù isolata dal resto del mondo.
È una piccola comunità, composta da circa
duecento persone che vive al confine tra Brasile e Perù.
Vivendo isolati dal resto del mondo il loro stile di vita è
rimasto ancorato alla tradizione. Vivono in capanne, dette malocas,
e il loro sostentamento viene dalla terra: caccia e piccole
coltivazioni di noci, mais e banane.
Il merito di questa scoperta dalla grande rilevanza
antropologica è di un gruppo di ricercatori del Brazil
Indian’s protection agency. Un’organizzazione governativa che ha lo
scopo di proteggere e preservare le tribù indigene
brasiliane. I ricercatori sono venuti a conoscenza della possibile
esistenza della tribù dopo aver esaminato immagini
satellitari della valle Javari. Le foto rivelavano piccoli “buchi”
nella foresta. La conferma è arrivata lo scorso aprile,
sorvolando la regione è stato avvistato il piccolo
insediamento.
“Per confermare questa scoperta sono necessari anni di attente
ricerche”, sostiene il coordinatore della spedizione Fabrizio
Amorim, “a seguito di precise norme volte a proteggere le
tribù isolate”.
Per preservare la tribù l’Indian National Foundation
(Funai) non ha intenzione di rendere pubbliche le coordinate
relative alla sua posizione. Il contatto con la cosiddetta
“civiltà” è spesso deleterio per le comunità
isolate. I tempi di Cortès e dei conquistadores che
compievano genocidi di popoli considerati inferiori sono finiti, ma
i missionari esistono ancora e cultura e tradizioni locali
rischiano di esserne soggiogate.
Le minacce per le popolazioni indigene non vengono solo dalla
cultura dominante. Industria mineraria e del legname, pesca, caccia
e agro pastorizia sono gli altri fattori che mettono in pericolo la
sopravvivenza degli indigeni nonostante il loro isolamento
geografico.
In luoghi remoti del pianeta, nei quali la civiltà non
è riuscita ad estendere la propria influenza, vivono diverse
tribù isolate. Oltre la metà sono concentrate in
Brasile e Perù. Si tratta sempre di esigui gruppi di
persone, di rado superano il centinaio di individui.
Fiona Watson, responsabile delle campagne che Survival
International conduce in Brasile, lancia l’allarme:
“Queste popolazioni sono uniche: una volta sparite lo saranno per
sempre”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’Agenzia per la protezione dell’ambiente ha imposto di rimuovere quasi del tutto alcuni Pfas dall’acqua potabile negli Stati Uniti.
La Corte europea per i diritti dell’uomo dà ragione alle Anziane per il clima: l’inazione climatica della Svizzera viola i loro diritti umani.
Dopo i rilievi nell’acqua potabile del Veneto e della Lombardia, sono state trovate tracce di Pfas nei delfini, tartarughe e squali spiaggiati sulle coste della Toscana.
Un nuovo rapporto di Wri e università del Maryland fa il punto sulla deforestazione. Miglioramenti in Brasile e Colombia, ma passi indietro altrove.
Sabato 6 aprile, il settimanale porta in edicola e online le tematiche del “vivere verde”. Con un’intervista a Simona Roveda.
A distanza di un mese dall’annuncio dello Zambia, anche il Malawi ha dichiarato lo stato di calamità a causa della siccità prolungata da El Niño.
La legge europea sul ripristino della natura, la Nature restoration law, è in stallo. Prima del voto finale del Consiglio, alcuni paesi hanno ritirato il loro appoggio.
Australia e Tuvalu confermano l’intenzione di adottare il primo trattato al mondo che concede asilo climatico. Ma c’è ancora un ostacolo da superare.